Camera di commercio: “Il 2015 chiude in positivo per l’export piacentino”

Nel corso del 2015 le esportazioni piacentine hanno conosciuto un incremento del 5,9% (toccando quota 3.952 milioni di euro). Macchinari ed apparecchi meccanici restano l’aggregato cui è associato il valore maggiore dell’export (1.124 milioni di euro), cresciuto di 1,8 punti percentuali sul 2014. E’ proseguita la frenata dei tessili e prodotti di abbigliamento (-4,7% del valore del venduto) che si mantengono però al secondo posto della graduatoria dei settori che esportano.

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Positive le variazioni anche di altri settori: metalli e prodotti in metallo, mezzi di trasporto, apparecchi elettrici. Con un + 13% è stato decisamente interessante il movimento che ha coinvolto l’agroalimentare. Il valore delle merci vendute è arrivato a 228 milioni di euro. La variazione è stata positiva per entrambe le voci che compongono l’aggregato: i prodotti agroalimentari (+13,4%) e le bevande (+6,5%).

Nel triennio il movimento che ha riguardato questo insieme di merci è stato complessivamente crescente. I prodotti lattiero caseari sono quelli che nel 2015 hanno conosciuto la spinta maggiore.

Se le esportazioni sono cresciute va osservato che anche le importazioni hanno percorso la stessa strada, la variazione registrata è stata dell’11,8% (con un valore globale di 3.623 milioni di euro).

Guardando invece alla distribuzione territoriale dell’export piacentino notiamo che nell’ultimo anno sono cresciute le vendite in Europa, America ed Africa a fronte di riduzioni in Asia e Oceania. Nel continente asiatico è la parte orientale ad aver ridotto l’assorbimento di merci piacentine (-16,5%) mentre nel Medio Oriente il segno della variazione è ancora favorevole (+1,5%).

Nell’ultimo triennio è andato aumentando il peso dell’Europa tra le aree di acquisto dei nostri prodotti. Nel 2013 essa gravava per il 61,7% sul totale, oggi è arrivata al 64,4%.

Se si osservano le altre province candidate con Piacenza a costituire l’area vasta si nota come le variazioni siano state positive sia per quanto riguarda l’export che l’import.

Nel nostro consueto campione territoriale di riferimento sono inserite anche province lombarde: Cremona ha registrato una leggera flessione delle esportazioni mentre è Pavia ad aver accusato il calo maggiore dell’interscambio.