Ai Teatini un omaggio alla primavera, protagonista l’ensemble Enerbia

Sarà l’arrivo della Primavera il tema del secondo appuntamento, ad ingresso gratuito, con la Stagione Ricorrenze in Musica 2016 della Fondazione Teatri di Piacenza, in programma sabato 19 marzo alle 17 alla Sala dei TeatiniProtagonista l’Ensemble Enerbia diretto dal violino solita Maddalena Scagnellie formato da musicisti dalla formazione assai ampia che spazia dalla ricerca etnomusicologica alla didattica, dall’uso degli strumenti antichi e dalla loro costruzione all’esecuzione vocale. 

Radio Sound

La scelta di dedicare un concerto all’arrivo della bella stagione nasce dal desiderio di far conoscere “alcuni dei brani più interessanti del repertorio popolare e antico che sono legati al rifiorire della natura in primavera – come ha spiegato Maddalena Scagnelli che ha aggiunto – Ancora oggi nelle valli appenniniche è possibile assistere ai riti calendariali che segnano il ritorno della bella stagione con canti, danze e questue di cibo. Il più celebre è il Cantamaggio, ma anche il periodo pasquale prevede canti e riti tra cui quello de La Santa Croce”. La violinista ha poi precisato che “il titolo del concerto, L’è fiorì la Rosa, è invece tratto da un canto di questua che veniva effettuato nella notte tra il Sabato Santo e la Pasqua nella zona del Brallo, proprio nel cuneo geografico che costituisce il confine tra le quattro province. Queste occasioni rituali primaverili segnano inoltre l’inizio delle feste profane estive, con il loro repertorio di danze antiche di gruppo, di canti dedicati al matrimonio, alla serenata notturna e alla festa campestre; nei testi sono evocati i fiori con la loro simbologia, l’ebbrezza del vino e l’amore”. Sabato oltre al repertorio profano, verranno presentati anche alcuni brani sacri provenienti dal Monastero di Bobbio, fondato dall’irlandese Colombano nel 614, uno dei più vitali centri culturali del medioevo, i cui codici musicali sono oggi conservati all’Ambrosiana di Milano e alla Biblioteca Nazionale di Torino.E’ qui rappresentato un medioevo pieno di luce e di gioia, dove trionfa la figura mariana e la simbologia a lei connessa: rose e viole, gigli candidi, stelle splendenti e fulgore di suoni. Lo ‘scriptorium’ e la Biblioteca di Bobbio sono stati tra i modelli utilizzati da Umberto Eco per il romanzo “Il nome delle rosa”.Scagnelli ha infine sottolineato che “lo strumentario sarò uno dei protagonisti del concerto di sabato che vedrà utilizzare degli straordinari strumenti popolari che sono una delle peculiarità della tradizione dell’Appennino occidentale, in primis la piva e il piffero, rispettivamente l’antica cornamusa e l’oboe popolare, ancora oggi vitali e utilizzati nel repertorio di danze. Con loro dialogano il violino, la mandola, la fisarmonica, la chitarra e la voce. Quest’ultima, sia in versione solistica sia in quartetto vocale, viene accompagnata anche dall’arpa anglica nei brani medievali”.