"Renzi con il dittatore egiziano al Sisi. L'Italia prenda posizione: basta affari con le dittature!" recita il cartellone esposto nella mattinata di oggi, sabato 5 marzo, da alcuni attivisti in via XX settembre a Piacenza, che hanno anche distribuito alcuni volantini che recitavano: "Verità per Giulio Regeni". L'iniziativa, a cui hanno partecipato Usb, Egiziani residenti a Piacenza, Associazione Italia-Cuba, Unione degli studenti, Collettivo Nowar, Altra Emilia-Romagna, Possibile, Sel e Rifondazione comunista, ha potuto contare sulla forza di una trentina di persone, con bandiere, cartelli e volantini.
"Stiamo manifestando per richiedere che il governo italiano faccia e pretenda verità sul caso di Giulio Regeni" dichiara Roberto Montanari, segretario cittadino di Rifondazione comunista "Regeni era un giovane ricercatore che è stato ucciso dai servizi segreti della dittatura militare che attualmente è al potere in Egitto. Siamo qui con i nostri fratelli e compagni egiziani perché esattamente Giulio Regeni rivendicano, sia in Italia che in Egitto, democrazia e diritti per i lavoratori. L'Italia dice formalmente di volere la verità ma non più tardi di un mese fa Renzi ha confermato quello che pensa, ovvero che il dittatore al Sisi è il più affidabile alleato in quell'area politica". Della stesso tono è il commento di Fisal Elderdah dell'Unione sindacale di base: "Noi siamo lavoratori egiziani e sappiamo bene com'è la situazione in Egitto. Noi chiediamo la libertà e i diritti per i lavoratori. Giulio Regeni faceva ricerche sui sindacati in Egitto, sindacati che sotto il regime del generale al Sisi sono privi di tutto. La libertà lì non esiste per gli egiziani e per i lavoratori. Siamo qui per chiedere la verità per Giulio Regeni e per tutte le altre vittime del regime in Egitto".
Anche molti giovani tra i manifestanti. Tra questi, Giulia Sacchetti del neonato Collettivo Nowar, che spiega ai nostri microfoni il perché della sua partecipazione "Questa è la prima uscita del Collettivo Nowar, un collettivo che si propone di fare informazione, controinformazione e azioni contro la guerra. L'Italia proprio in questi giorni si sta preparando per un intervento militare in Libia insieme anche all'Egitto, lo stesso Egitto che ha ucciso Giulio Regeni. Non è possibile che l'Italia faccia continui affari con delle dittature". Anche l'Unione degli studenti ha espresso il suo disappunto sul caso Regeni, tramite le parole di Mattia Fogliazza: "Abbiamo aderito a questa mobilitazione perché condanniamo l'autoritarismo del regime di al Sisi, che ha torturato e assassinato un giovane ricercatore. Noi ci battiamo per i diritti di tutti gli studenti e per il valore sociale della conoscenza".