“Non ho dubbi: sto con mio figlio Gino. Quando sposai la mia ex moglie, Maria Grazia era una persona, poi è cambiata. Nelle rare volte in cui io sono venuto a Piacenza ho trovato una persona decisamente peggiorata. Ho visto come trattava sua madre Giuseppina. E a me telefonava solo per spillare dei soldi”. A parlare è Nicola Gabriele Laurini, padre di Gino e primo marito di Maria Grazia Guidoni, la donna accusata del terribile omicidio della madre Giuseppina Pierini, la pensionata 63enne scomparsa a Pontenure (Piacenza) nel luglio 2012 e i cui resti sono stati trovati alla fine dell’anno scorso vicino a un casolare a Follonica. Oggi (17 febbraio) Gino Laurini e la madre si sono trovati di fronte davanti al gip Giuseppe Bersani nel corso dell’incidente probatorio. Lei è in carcere a Modena (assistita dall'avvocato Cecilia Corsini); il ragazzo (difeso dagli avvocati Sandro e Sergio Nunzi) è indagato per concorso in omicidio e occultamento di cadavere e di fronte al giudice ha confermato la versione già resa: "A uccidere è stata mia madre, io l'ho solo aiutata a nascondere il cadavere" il senso delle dichiarazioni. Madre e figlio non si sono mai rivolti lo sguardo. Si accusano a vicenda del macabro delitto anche se la procura (piemme Roberto Fontana) ritiene che il figlio abbia avuto un ruolo più marginale rispetto alla donna. Al fianco di Gino – grazie al cui sfogo alla fine dell’anno scorso è stato possibile ritrovare il cadavere e aprire le indagini – c’è il padre Nicola Gabriele che lo difende senza indugio. L’uomo è rimasto sposato con la Guidoni dal 1990 al 1994. Fa l’operaio a Giulianova (Teramo) e da qualche mese ospita in casa il figlio.
“Non avrei mai potuto immaginare che una madre coinvolgesse un figlio in una cosa del genere – ha detto ai nostri microfoni -. Lo ha fatto con Gino perché è un bonaccione e perché pensa sempre agli altri e non a sé stesso. Adesso però Gino è tranquillo e sereno, si sta prendendo tutte le responsabilità. Si è tolto un peso, mi chiedo come abbia fatto a tenere tutto dentro in questi anni. Io gli ho detto: paga quello che devi alla giustizia, riscattati con la società, ma guarda avanti”.
Il padre poi affonda nei ricordi: “Io non ho mai abitato a Piacenza. Venivo su di rado per trovare i miei figli (con la Guidoni ne ha due, ndr). Mi accorgevo che era una donna cambiata in peggio, soprattutto per come trattava Giuseppina e la nonna che vivevano con loro. Io cercavo di non intromettermi nelle discussioni. Quando si sparse la notizia della scomparsa di Giuseppina, al mio paese si diceva per scherzo: l’avrà fatta sparire la Guidoni. Ma si diceva per scherzo, mai e poi mai avrei immaginato. Le avevo consigliato di andare a Chi l’ha visto, ma lei mi rispondeva scocciata. Ecco perché iniziai a nutrire qualche sospetto. Ricordo poi che mi chiamava solo per chiedermi dei soldi”.
Poi si arriva più al presente: “La mia ex moglie ha cominciato a chiamarmi nei giorni successivi alla confessione di Gino, poi ho smesso di risponderle. Mi disse che l’ avevano avvisata i carabinieri, che avevano trovato un cadavere e mi chiese cosa dovesse fare. Io le risposi: devi andare, ma scherzi. Io al telefono di recente le ho detto: tu ormai sei fottuta, ma almeno salva tuo figlio e racconta la verità. Questa vicenda mi lascia tanta amarezza, ma non abbandonerà mai mio figlio”.