Tutto esaurito all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano ieri sera per l'incontro con il noto giornalista Toni Capuozzo, nella nostra città per presentare il proprio libro "Il segreto dei marò". Un incontro organizzato dal circolo culturale Nicola Bombacci, nato circa un anno fa con l'intenzione di approfondire tematiche d'attualità e storiche. Al tavolo dei relatori, a dialogare con Capuozzo, la giornalista di Telelibertà Nicoletta Marenghi e Loris Magnani in rappresentanza del circolo Bombacci. Capuozzo, legato al fuciliere Massimiliano Latorre da una profonda amicizia, gira l'Italia da mesi nel tentativo di dimostrare l'innocenza dei due marò, accusati – ingiustamente secondo il giornalista – di aver ucciso due civili indiani a bordo di un peschereccio. Ma a convincere Capuozzo dell'innocenza dei due militari non è l'amicizia che lo lega a Latorre, nel suo volume è inserita un'attenta e precisa analisi dei verbali e delle carte inerenti l'inchiesta, rese pubbliche dall'Unione Europea e prontamente imbracciate dallo scrittore. Carte dalle quali emergono grossolani errori e goffi tentativi di falsificare le prove, un'opera di mistificazione mirata a incolpare i due soldati italiani di un crimine che non hanno commesso. Perché questo?
"Quel giorno i marò erano a bordo di una petroliera italiana per effettuare un servizio di sicurezza mirato a difendere l'equipaggio dai pirati. Ebbene intorno alle 16,30 la petroliera è stata in effetti avvicinata da una imbarcazione di banditi. Latorre e Girone hanno sparato in acqua per impaurire i malintenzionati e i pirati, capendo che la petroliera era difesa dall'esercito, se la sono data a gambe. Intorno alle 21 dello stesso giorno un'altra imbarcazione di pirati, o forse la stessa, ha incrociato una petroliera battente bandiera greca e disarmata. A quel punto è intervenuta la Guardia Costiera indiana che ha iniziato a sparare ai criminali. Purtroppo in quel momento e in quel preciso spazio marino si sono ritrovati a passare alcuni pescatori, finiti loro malgrado nel bel mezzo della sparatoria. Due di loro sono morti. La Guardia Costiera indiana, per non assumersi la colpa dell'uccisione di due innocenti pescatori, ha deciso di approfittare della disavventura vissuta poche ore prima dai marò e ha dato la colpa a loro".
Ci sono però delle incongruenze temporali, i marò hanno incrociato i pirati alle 16,30, la Guardia Costiera alle 21.
"E c'è un video che mostra chiaramente l'arrivo in porto del peschereccio con a bordo i due cadaveri. Ma poi fosse l'unica incongruenza! Hanno iniziato con il manipolare il tempo per fare in modo che i due incidenti combaciassero, da lì è iniziata una complessa opera di falsificazione delle prove che grida allo scandalo. Un'operazione tanto complessa e intricata che gli inquirenti stessi hanno commesso enormi errori e lasciato alla luce del sole grossolane incongruenze. Hanno effettivamente manipolato le prove, ma lo hanno fatto male e il loro goffo tentativo è sotto gli occhi di tutti. Io mi sono limitato a riportare tutti questi elementi dubbi".
E non stiamo parlando di elementi comprensibili solo agli addetti ai lavori, parliamo di evidenze in grado di lasciare a bocca aperta anche chi è a completo di digiuno di giurisprudenza e vita militare. La più manifesta è spiegata sempre da Capuozzo:
"Per dirne una, i marò non solo erano a bordo di una petroliera ma addirittura erano in cima a un pennone alto circa 20 metri. Secondo le accuse avrebbero sparato a un peschereccio, quindi a una barca molto più bassa: di conseguenza i proiettili avrebbero dovuto attraversare la barca di pescatori dall'alto al basso. Ebbene, i fori sul peschereccio erano invece perfettamente orizzontali o addirittura inclinati dal basso verso l'alto: fori, dunque, causati da spari esplosi da una barca alta come il perschereccio. Ma poi siamo di fronte a perizie cambiate e rimodellate, armi che non corrispondono, prove distrutte senza motivo, come tra l'altro lo stesso peschereccio affondato misteriosamente".
Il Governo Italiano ha abbandonato i propri marò?
"Certo che sì. Una delle pagine più tristi della storia d'Italia in cui la nostra politica si è mostrata per quello che è davvero: parole, parole, parole. Tutti a telefonare a Latorre e Girone, tutti a promettere, poi nella pratica nessuno ha fatto nulla. E sono passati tre governi! E purtroppo il motivo è sempre lo stesso: l'economia. L'India è un Paese in forte sviluppo con cui l'Italia intrattiene maestosi rapporti economici tra armi, petrolio e quant'altro. Nessuno vuole arrivare al braccio di ferro con l'India per non mettere a rischio questi rapporti finanziari e se il Governo Indiano vuole accusare a tutti i costi i marò, beh, per i nostri politici si tratta solo di un piccolo sacrificio. Il fatto è che si tratta di persone che hanno scelto di difendere l'Italia e le sue istituzioni, e dall'Italia e dalle sue istituzioni sono stati abbandonati. Punto".