Il piacentino Marco Battaglia è tra i più longevi nel panorama pugilistico piacentino. Dopo oltre 100 match come dilettante finalmente la sua carriera è arrivata ad una svolta. Il ragazzo in forza alla Salus et Virtus di Roberto Alberti sabato sera combatterà nel suo primo match da neo-professionista.
Hai disputo più di 100 match da dilettante. Tra questi quale preferisci?
Non ce n’è uno in particolare. Sono affezionato ad ogni match che ho disputato, anche a quelli che ho perso: sono convinto che ogni prova mi abbia fatto fare un piccolo passo in avanti per portarmi fino a dove sono ora.
Quanto ti senti maturato in questi anni alla Salus?
Sono 9 anni che mi alleno alla Salus et Virtus. Penso di essere cresciuto molto in questa palestra, sia come pugile che come uomo. Devo molto ai miei compagni di allenamento e al mio mister. Spero di regalargli tante soddisfazioni.
Adesso per te inizia quasi un altro sport…
Questa per me è una nuova avventura. Cambierà tutto. Dalla preparazione agli incontri ai match stessi, Ci sono più riprese da affrontare e non basterà andare a bersaglio con i colpi, ma servirà anche la potenza. Nonostante io sia conscio dell’importanza del salto che sto facendo sto affrontando il passaggio molto serenamente. Sono molto felice: è un sogno che si avvera. Sin dal primo giorno che sono entrato in palestra avevo come obiettivo quello di indossare i guantoni da professionista.
Quali saranno i tuoi primi impegni da neopro?
Il primo impegno è imminente: sabato sera affronterò in quel di San Patriniano, in provincia di Rimini, Alex D’Amato. Quello sarà il mio primissimo match nella nuova categoria.
Che incontro ti aspetta?
Affronto un avversario molto tecnico e veloce. Ha una buona guardia e non lascia mai prendere fiato al suo antagonista. Sarà un match molto duro, ma sono sereno: sono convinto che facendo la mia boxe porterò a casa il risultato
Cosa ti aspetti dal futuro?
Sinceramene non lo so. Quello di cui sono sicuro è che darò il 100% per portare in alto il mio nome, ma anche quello della Salus e quello di mister Alberti, perché è quello che ci meritiamo.