Nessuna violenza sessuale, nessun sequestro, nessuna aggressione. Si è rivelata una messinscena la presunta aggressione ai danni della ragazzina di 17 anni trovata nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 27 gennaio, lungo l'argine del fiume Po in via Nino Bixio, seminuda e in stato di choc. Una vicenda che dai primi contorni era apparsa drammatica, inquietante: la giovanissima aveva raccontato di essere stata aggredita sotto la propria abitazione al quartiere Farnesiana da tre uomini che, dopo averla condotta a forza lungo l'argine, l'avevano denudata e legata. In realtà nulla di tutto ciò è fortunatamente accaduto. La ragazzina questa mattina è stata affidata alla psicologa infantile incaricata dalla Procura che ha ascoltato con estrema delicatezza e professionalità la sua verità. Un racconto confuso e ricco di lacune che fin da subito aveva lasciato qualche perplessità negli inquirenti. E infatti, parola dopo parola, alla fine la 17enne è crollata e ha confessato di aver inventato tutto. Disagio, difficoltà, preoccupazioni, un'estrema fragilità, il sentirsi inadeguati di fronte alla vita: solo la ragazzina in questione può conoscere i contenuti dei propri pensieri, quelli che l'hanno spinta a mettere in scena questa finta aggressione. Una finzione architettata per tempo con la ragazzina che si sarebbe recata da sola fino all'argine in possesso di nastro adesivo e filo di ferro, si sarebbe spogliata e subito dopo avrebbe chiesto aiuto a un uomo che transitava in quel momento. La ragazza ora riceverà il sostegno e l'assistenza che necessita: ciò che conta è che stia bene, ciò che conta è che non vi siano "branchi" o violentatori che infestano il territorio.
Sulla vicenda è intervenuto anche il comandante della compagnia dei carabinieri di Piacenza Corrado Scattaretico: "Questa ragazza aveva una grande necessità di attenzione, ha ritenuto di poterla ottenere attraverso questa messinscena. La giovane ha inventato tutto sull'onda di un forte malessere e proprio per questo verrà aiutata come verrà aiutata anche la stessa famiglia".
Un disagio frutto dell'età adolescenziale e alimentato da un carattere fragile: "La ragazzina ha creato questa finzione per una disperata necessità di attirare l'attenzione della famiglia, nonostante il contesto familiare non sia problematico" continua Scattaretico. "La cosa più importante è che non vi siano bande o gruppi di violentatori, da questo punto di vista Piacenza resta una città tranquilla" tiene a sottolineare il comandante.
Considerata la situazione estremamente delicata dal punto di vista psicologico la ragazzina non sarà denunciata per procurato allarme.