Piacenza capitale delle pensioni d'anzianità e delle assenze per malattia dei dipendenti pubblici. Ha fatto molto scalpore la notizia pubblicata anche da Piacenza24 sulle statistiche elaborate dal Sole24Ore per quanto riguarda i dati sui pensionati e dalla Cgia di Mestre per quanto riguarda le assenze per malattia; questi ultimi, ripresi dalla trasmissioni televisiva Pomeriggio Cinque in onda domenica su Canale5 e condotta da Barbara D'Urso, collocano Piacenza al terzo posto in Italia dopo Benevento e Salerno per aumento dei casi di dipendenti pubblici ammalati. Una “medaglia di bronzo" non certo onorevole sulla quale però ha deciso di intervenire l'assessore al Personale del Comune di Piacenza Luigi Gazzola precisando, prima di tutto, che c'è una differenza notevole tra i termini assenza e assenteismo. Di seguito pubblichiamo la nota integrale firmata dall'assessore.
A seguito dell’accento posto nei giorni scorsi, durante la trasmissione “Domenica Live” in onda su Canale 5, sui dati Inps riguardanti le assenze per malattia dei dipendenti pubblici, rielaborati dalla Cgia di Mestre, l’assessore al Personale Luigi Gazzola precisa innanzitutto “la distinzione tra assenza e assenteismo. Un termine, quest’ultimo, espressione di un giudizio negativo che va oltre la lettura dei numeri. Pur non volendoci certo sottrarre all’analisi delle statistiche sull’incremento dei casi di malattia nel settore pubblico – sottolinea Gazzola – occorre però osservare che il dato stesso secondo cui Piacenza si classifica al terzo posto è inerente al settore pubblico sull’intero territorio provinciale, non al solo capoluogo e all’ente municipale. Sebbene il semplice riferimento a Piacenza possa facilmente indurre all'equivoco, ricordo che le banche dati Inps non sono attualmente in grado di specificare quali, tra i vari comparti della pubblica amministrazione, siano localmente interessati dall'aumento delle assenze per malattia”.
“Un controllo effettuato all'interno dei nostri uffici comunali ha consentito tuttavia di rilevare – spiega l’assessore – come tra il 2012 e il 2014 siano rimaste pressoché costanti le giornate di assenza per malattia alle quali si applica la riduzione del 10% dello stipendio (entro i primi 10 giorni), passando da 4.342 nel 2012 a 4.449 nel 2014. Sono invece aumentati vertiginosamente, purtroppo, i giorni di malattia cosiddetti salvavita e quelli per ricovero ospedaliero: i primi sono infatti cresciuti da 111 nel 2012 a 651 nel 2014 (943 nel 2013, 858 nel 2015), mentre i giorni di ricovero sono aumentati da 874 nel 2012 a 1.366 nel 2014 (1.062 nel 2013, 1.324 nel 2015). Significativo il dato dei ricoveri, evidentemente dovuti a motivi seri soprattutto in considerazione della forte tendenza alla deospedalizzazione in atto nel sistema sanitario. E ancor più significativo il dato delle assenze salvavita che, senza entrare nelle singole vicende per ragioni di ovvia riservatezza, e fatta salva la totale legittimità delle stesse, induce anche a riflettere sulle conseguenze del ridotto turnover dei dipendenti pubblici. A fronte della mancanza di concorsi pubblici che perdura ormai da anni, il personale in servizio ha maturato un'età media sempre più elevata ed è più facilmente esposta, pertanto, all'insorgenza di malattie anche gravi”.
“Al di là dei dati oggettivi – conclude l’assessore Gazzola – viene da dire che è fin troppo facile, sull'onda dei casi limite emergenti nel settore pubblico e oggi alla ribalta della cronaca, fare di tutta l'erba un fascio, orientando la reazione della collettività a vedere un intero sistema come l'iceberg di cui certi episodi incresciosi sono solo la punta. Troppo spesso si dimentica che vi sono tante situazioni che, nel pubblico come nel privato, richiedono il rispetto della drammaticità della condizione umana. Ciò implica, per chi ne ha il ruolo, il controllo sul corretto utilizzo degli strumenti di tutela, cosa che nel nostro ente avviene sistematicamente, affinchè gli abusi non ne precludano l'utilizzo a chi ne ha realmente bisogno e affinchè i sotterfugi di alcuni non portino a un grave e irreparabile discredito della pubblica amministrazione, in cui in tanti operano con serietà e consapevolezza del proprio contributo al bene comune”.