Malattie professionali: scomparse o tabù? E’ uno dei temi forti del convegno ospitato oggi dalla Camera del Lavoro di Piacenza. Ospite d’eccezione il senatore Felice Casson, autore del libro "La fabbrica dei veleni-Storie e segreti di Porto Marghera" di cui si è parlato nella sala Mandela. Un volume nel quale Casson, pubblico ministero ai tempi della celebre inchiesta sul Petrolchimico, ricostruisce il caso e il "patto del silenzio" che custodì a lungo i segreti sulla pericolosità del cloruro di vinile. La giornata di oggi è stata segnata, proprio a Marghera, dalla morte di due operai per asfissia pare a causa dell’alta concentrazione di anidride carbonica in una stiva che conteneva soia. Per Casson "occorrono pene più severe, ma soprattutto investimenti per aumentare i controlli, che devono essere più severi". "La sensazione di essere poco tutelati, il rischio del ricatto occupazionale, il timore di veder chiusa l’attività dalla quale si ricava il proprio salario" sono – secondo Casson – tra i motivi più diffusi per i quali si rinuncia spesso a denunciare le situazioni a rischio per le malattie professionali. "Riluttanza a denunciare per pressioni e intimidazioni, ma ignoranza dei diritti che si possono esercitare e far valere" pesano molto anche secondo il segretario nazionale dell’associazione italiana Responsabili Prevenzione e Protezione in Ambiente sanitario, Franco Pugliese, per il quale sul tema delle patologie professionali vengono ancora pronunciate sentenze basate "su tesi a-scientifiche". Ad un protocollo in preparazione per incrementare la sicurezza sui luoghi di lavoro e contrastare le imprese che non rispettano i dettati normativi sta lavorando Confindustria Piacenza, presente al convegno con il suo presidente Sergio Giglio: per Giglio, "non deve essere creato il sinonimo tra impresa e rischiare la vita". Il presidente di Confindustria Piacenza ha rassicurato sul fatto che "le aziende locali rispettano le norme vigenti".