Alluvione, la commissione d’inchiesta scagiona il Comune: “Seguito protocollo”

Alluvione, la commissione d’inchiesta “scagiona” il Comune da ogni responsabilità. E’ questa la conclusione cui sono arrivati i commissari dopo quattro mesi di lavoro. Una conclusione contenuta in una relazione firmata dal presidente Paolo Garetti (Sveglia) e dai due vice Andrea Gabbiani (Movimento 5 Stelle) e Rino Curtoni (Pd) e sottoposta agli altri commissari. Nel corso di questi mesi sono stati ascoltati il sindaco Paolo Dosi, il responsabile della Protezione civile Gaetano Fedele, ma anche tecnici ed esperti di Aipo, della Protezione civile di Bologna, dell’Autorità di Bacino e il coordinatore Anci per le calamità climatiche Raffaele Veneziani (sindaco di Rottofreno).

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“Emerge che l’evento è stato talmente improvviso ed eccezionale che anche il protocollo regionale, pur seguito, si è rivelato inadeguato a queste bombe d’acqua che sono purtroppo sempre più frequenti” ha detto il presidente Garetti. La commissione d’inchiesta, istituita in Comune ad ottobre, aveva come scopo quello di individuare eventuali responsabilità sui danni causati dall’alluvione, limitatamente al territorio comunale, quindi a Roncaglia, senza considerare quanto accaduto in Valnure e Valtrebbia.

“Il Comune ha seguito il protocollo che aveva, quindi non ha responsabilità per quanto avvenuto. Poi certamente si può dire che forse i protocolli erano palesemente inadeguati e che si potesse intervenire in modo migliore, quello sì”.

Naturalmente si è cercato di capire come evitare che una cosa del genere possa ancora accadere.  “Tra gli esperti intervenuti anche il sindaco di Rottofreno Veneziani coordinatore Anci per eventi alluvionali che ha presentato in Provincia un protocollo d’intervento adeguato alle tecnologie esistenti e alle condizioni climatiche cambiate. E’ un protocollo più semplice che consente di avere la certezza della ricezione dell’allarme. E’ comunque indispensabile avere gente che in loco monitori la situazione climatica e quella dei fiumi”. 

 

Commissione speciale d’inchiesta 
sull’allagamento nelle frazioni Roncaglia e Borghetto
bozza di Relazione finale
Struttura e compiti della commissione

La commissione  speciale d’inchiesta è stata istituita con delibera del  Consiglio Comunale n° 26  del 28/9/2015, ai sensi dell’art. 39 dello Statuto Comunale con il  compito di “accertare l’eventuale esistenza di responsabilità nell’allagamento delle frazioni di Roncaglia e Borghetto”.
E’ stata costituita con Decreto del Presidente  del Consiglio Comunale in data 7 ottobre 2015, n° 9 ed è composta dai seguenti consiglieri: Rino Curtoni (Partito Democratico), Roberto Colla (Moderati), Guglielmo Zucconi (Gruppo Misto), Giovanni Castagnetti (Piacentini per Dosi),  Carlo Pallavicini (Rifondazione Comunista), Andrea Gabbiani (Movimento 5 Stelle), Maria Lucia Girometta ( Forza Italia), Erika Opizzi(Fratelli d'Italia-An) Massimo Polledri (Lega Nord per l'Indipendenza della Padania), Marco Colosimo (Piacenza Viva), Samuele Raggi (Italia dei Valori), Marco Tassi (Popolo della Libertà), Paolo Garetti (Sveglia Movimento Civico).
Nella prima seduta del 13 ottobre 2015 ha provveduto a nominare come presidente il consigliere  Paolo Garetti e come vice-presidenti i consiglieri Rino Curtoni e Andrea Gabbiani.
Sedute e soggetti incontrati
Oltre alla seduta d’insediamento si è riunita nelle seguenti date: 20/10, 29/10, 26/11, 16/12 e 20/11/2016. 
Ha incontrato i responsabili di servizi o enti coinvolti nella gestione del territorio e referenti sulle problematiche relative al proprio campo d’indagine: 
il Sindaco di Piacenza Paolo Dosi e L’ing. Gaetano Fedele Dirigente del Servizio Comunale di Protezione Civile; 
l’ing. Mirella Vergnani e l’ing.Massimo Valente responsabili Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) per il territorio di Piacenza e con competenza sui fiumi e torrenti nei tratti prossimi alla loro confluenza nel fiume Po; 
l’ing. Francesco Capuano, responsabile del Servizio Tecnico dei bacini degli affluenti del Po per tutto il territorio provinciale; 
il Dott. Maurizio Mainetti, Direttore dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile con competenze di coordinamento degli interventi della Protezione Civile in base ai dati che pervengono alla centrale operativa centrale regionale di Bologna;
il dott. Raffaele Veneziani, Sindaco di Rottofreno, in qualità di coordinatore provinciale ANCI e promotore di un nuovo protocollo di intervento in caso di emergenze alluvionali.
 
E’ stata, inoltre, inoltrata alla Prefettura di Piacenza richiesta di audizione o di invio di una relazione sui fatti del 13-14 settembre che con nota del 16/12/2015 “… non ritiene di partecipare alla Commissione… in quanto ha già relazionato l’Autorità giudiziaria competente in ordine alle vicende afferenti ai noti eventi emergenziali del 13 e 14 Settembre u.s.”. 
Ricostruzione dei fatti
Per quanto riguarda le comunicazioni d’allarme pervenute al Comune di Piacenza  , dagli atti si evince quanto segue:
numero    tipologia    Ora invio    Ora inizio    fase    area
    SMS preannuncio    3.53        preallarme    Nure
    SMS preannuncio    4.14        allarme    Nure
81    allerta    4.48        allarme    Nure

Dall’analisi del materiale agli atti e dalle relazioni dei responsabili dei vari servizi riteniamo che, limitatamente all’ambito territoriale di nostra competenza, possa essere accolta la ricostruzione degli eventi proposta dall’ing. Fedele:
“Tra le ore 4,00 e 5,00 circa è stato attivato e inviato il tecnico reperibile per l’attuazione del protocollo riguardo le chiusure stradali programmate in caso di emergenza idraulica – Trebbia – Po – Nure (in precedenza erano giunte notizia dalla Prefettura riguardanti esclusivamente il rilascio dalla diga di Boschi in Val d’Aveto).
 Tra le ore 5,00 e le 7,00 circa sono state eseguite le previste transennature dei tratti stradali esondabili in prossimità del Trebbia (via Foppiani e due accessi a foce Trebbia) e del Nure (in località Roncaglia presso il sottopasso del viadotto dell’A21 in prossimità del cimitero); nello svolgimento di quest’ultima transennatura, il tecnico reperibile incontrava una pattuglia di AIPo intenzionata a svolgere la stessa mansione e informava la medesima dell’avvenuta messa in sicurezza della suddetta area di Roncaglia; lo stesso tecnico reperibile verificava inoltre che in quel
momento il fiume Nure risultava asciutto e nonostante la constatazione provvedeva ad allertare alcuni insediamenti particolarmente esposti al rischio di esondazione del Nure; in seguito si attivava inoltre un tecnico della Protezione Civile Comunale il quale procedeva mediante avviso ad alcuni residenti ritenuti particolarmente esposti al rischio esondazione del Nure ubicati su via Ferdinando di Borbone e nella golena chiusa di Boschi Celati.
Tra le ore 7,00 e 7,30 circa si verificava l’evento di piena in località Roncaglia conseguente ad una deviazione del Nure dal proprio alveo, pertanto esondando con modalità non prevedibili cioè in un’area ritenuta non a rischio a parere della sia della Protezione Civile che di AIPO.
Inoltre l’Agenzia Regionale di Protezione Civile ha ritenuto di dover avvertire il Comune di Piacenza solo quando in possesso di dati certi e non solo previsionali e quindi in stretta prossimità dell’evento dichiarando che fuori procedura è stato inviato un “primo giro di SMS” alle 3,53 per il fiume Nure ai comuni rivieraschi con esclusione di Piacenza; proprio durante l’elaborazione dei dati (tra le 3 e le 4 di mattina) si verificava nella zona tra Ferriere e Farini la precipitazione eccezionale presupposto dello stato di allarme comunicato anche al Comune di Piacenza alle 4.48. 
Quasi contemporaneamente 7,30 – 8,00 in località Case di Rocco avveniva l’evento di piena del Trebbia che esondava invece secondo modalità prevedibili.”
La commissione, dunque, ha constatato che le strutture e gli operatori comunali hanno agito sulla base delle informazioni in quel momento messe a loro disposizione, in coerenza con il protocollo di emergenza previsto 
Criticità e proposte 
 Protezione attiva
Pur rimarcando l’importanza dell’attuale sistema in atto, come ha ribadito lo stesso sindaco Veneziani, concordiamo nell’evidenziare che:
L’elaborazione dei tempi (un’ora ?) che intercorrono fra la rilevazione dei dati sul territorio, la valutazione degli stessi a livello regionale e la comunicazione del rischio dal livello regionale a Prefettura e Comuni, risultano troppo lunghi e macchinosi rispetto a fenomeni di rilevante intensità, quali quelli verificatisi negli ultimi anni; 
il sistema di comunicazione (SMS e fax?) dell'emergenza da Protezione civile regionale, a Prefettura e Comuni non è né sufficientemente sicuro né adeguatamente affidabile  rispetto all'effettivo ricevimento delle informazioni urgenti da parte dei destinatari istituzionali;
il numero degli addetti all’emergenza deve essere potenziato;
la comunicazione agli addetti e alla popolazione deve essere automatizzata e organizzata attraverso i nuovi sistemi telematici (come si sta sperimentando nell’Unione dei Comuni Bassa Val Trebbia e Val Luretta), nonché sistemi vocali diretti.
L’informazione alla popolazione deve essere fatta in modo capillare e sistematico, con l’attuazione di prove del protocollo d’emergenza. A tal proposito il modello sperimentale presentato dal Coordinatore Provinciale Anci Dott. Veneziani ha riscosso approvazione dalle autorità competenti che ne hanno verificato la efficacia ed efficienza.

Protezione passiva
Come evidenziato anche dai responsabili degli organi preposti alla gestione delle acque e delle relative difese, in sede di audizione in commissione, una riflessione occorre proporre ai decisori regionali e nazionali, circa l’assoluta necessità di passare da una prospettiva di intervento emergenziale, legato cioè a risolvere i problemi messi in luce dall’emergenza, verso una programmazione di progetti di difesa del suolo organici e sistematici supportati da adeguati finanziamenti.
In particolare per quel che riguarda il nostro territorio è palese la necessità di inserire nel piano degli interventi anche: 
l’innalzamento degli argini secondo modelli di piena a periodicità minore ed aggiornata alla portata degli eventi più recenti (aumento sensibile di esondazioni in passato definite eccezionali ma purtroppo diventate frequenti negli ultimi anni);
controlli della pulizia dei canali, dei rivi e delle zone golenali di deflusso coinvolgendo i Consorzi di Bonifica nella manutenzione e adeguamento dei propri rivi irrigui e di scarico.