Giornata di superlavoro per i poliziotti della questura alle prese con l’evasione di un uomo arrestato ore prima. Intorno alle 15 di ieri, mercoledì 13 gennaio, la polizia ha fermato un moldavo di 30 anni sprovvisto di documenti. Portato in questura lo straniero è risultato essere stato espulso dall'Italia il 21 marzo scorso: tornare in un Paese dal quale si è stati espulsi prima del trascorrere di quattro anni costituisce un reato ben preciso e per questo lo straniero è stato arrestato come prevede la legge. Accomodato all'interno di una delle stanze della questura il moldavo ha trascorso la notte nella struttura di viale Malta in attesa del processo che si sarebbe dovuto celebrare l'indomani. Ma intorno alle 10 di questa mattina la sgradita sorpresa: gli agenti incaricati di prelevare lo straniero hanno trovato la stanza vuota e gli infissi scassinati, del 30enne non vi era più nessuna traccia. Subito è scattata una vasta caccia all'uomo attraverso tutte le strade della città, con le pattuglie che hanno setacciato ogni locale e ogni via. Alla fine l'impegno delle forze dell'ordine ha portato i risultati sperati: il fuggitivo è stato rintracciato e bloccato in via Romagnosi, poco distante dallo studio del suo avvocato difensore. Gli agenti, dopo aver fermato l'uomo, hanno fatto di nuovo scattare le manette ai suoi polsi, ma questa volta con una sfilza di accuse ben più lunga e più grave. Innanzitutto il 30enne dovrà rispondere ora anche del reato di evasione. Secondariamente gli agenti hanno scoperto che l'uomo, oltre ad essere in possesso di regolari documenti moldavi, aveva a disposizione anche una carta d'identità rumena dove figurava la sua fotografia accompagnata però da un nome differente: in sostanza un documento falso in tutto e per tutto. Il moldavo dovrà dunque rispondere anche di falsificazione di documento valido per l'espatrio, un reato specifico introdotto in chiave antiterroristica dopo gli attentati di Parigi a Charlie Hebdo avvenuti il 7 gennaio 2015.