Passato il ciclone Sgarbi, che come sempre quando “atterra” nel Piacentino lascia il segno, il neo insignito con il Premio della Bontà 2015, l’avvocato Corrado Sforza Fogliani e che da tempo ha instaurato un rapporto professionale con il critico d’arte per la valorizzazione delle bellezze locali, si è sentito di difenderlo verso gli attacchi che gli erano arrivati negli ultimi tempi: “Sono gufi che, da “gnomi” pretendono di mettersi al suo confronto quando invece dovrebbero valorizzarlo come testimonial di Piacenza a livello nazionale”.
Ultimo attacco, in ordine di tempo, il duro intervento del consigliere comunale Claudio Ferrari, che dai banchi del Pd a Palazzo Mercanti criticò la scelta di invitare Sgarbi alla Ricci Oddi nel settembre scorso: “Mi lascia perplesso che tra gli invitati c’era un noto personaggio della cronaca nazionale. Senza avere la pretesa di fare critiche etiche, voglio però ricordare le condanne di questa persona, ovvero Vittorio Sgarbi. Deve 10-15 mila euro al Comune di Piacenza – come risarcimento per aver diffamato l'allora sindaco Reggi – e ha condanne di ogni tipo per assenteismo e diffamazione. In un panorama culturale come quello italiano si può sostituire Sgarbi con qualcun altro. Avrà competenze artistiche, ma costui negli anni ’90 girava per l’Italia scordandosi di essere un dipendente dello Stato. Per questo ha ricevuto condanne passate in giudicato, per questo deve soldi all’erario. Se il tizio non possiede nulla nella dichiarazione dei redditi, mi dà molto fastidio invitarlo in contesti come quello della Galleria Ricci Oddi – dove il Comune nomina due componenti del Cda -. Speriamo che queste cose non capitino più: non si può invitare uno che diceva che Piacenza era governata da una “gabbia di matti”. Negli ultimi mesi ha fatto una bella pubblicità a Piacenza, dicendo che qua chi si occupa di arte è meglio che vada a lavorare nei campi. Ricordo a Sgarbi che le tasse vanno pagate e così anche i debiti".
In quell’occasione, il consigliere Ferrari ricevette il plauso del presidente del consiglio comunale Christian Fiazza (che lo aveva appena sostituito in quel ruolo), che si era preso l’impegno di rivolgere la richiesta ai vertici della Ricci Oddi.
E così, dopo aver ricevuto il Premio alla Bontà 2015 a Rustigazzo di Lugagnano – appunto per il suo impegno nella valorizzazione della cultura e dell’arte piacentina – l’avvocato Sforza Fogliani si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa: “Non me lo aspettavo, comunque lo accolgo bene ma che considero un riconoscimento non tanto alla mia persona ma alla banca, e lo ricevo come presidente di Assopopolari. Perché vorrei ricordare la progenitrice, la Banca popolare di Piacenza, che sorse nel 1867 e alla quale si deve la ricostruzione di Palazzo Galli. Le banche popolari hanno avuto una grande funzione, che tutt’ora portano avanti. La nostra lo dimostra. E ciò fu possibile grazie alla grande figura di Luigi Luzzati, che le istituì nel nostro ordinamento, fondando di fatto il welfare e la bontà, non intesa come buonismo”.
Ed è qui che l’avvocato entra nel merito della questione Sgarbi: “Vittorio è generoso, nonostante molti non lo considerino tale e molto rigoroso nell’affrontare i problemi dell’arte e della rivitalizzazione delle opere piacentine. Questo nonostante qualche gufo piacentino che e da ‘gnomo’ pretende di mettersi al suo confronto, osteggiandone la presenza. Quando invece – ha proseguito – una classe dirigente che sapesse vedere al di là del proprio naso e dei confini della provincia, farebbe di Sgarbi, per questo suo amore e attenzione verso Piacenza, un testimonial a livello nazionale. Perché finché la nostra provincia si accontenta dei propri confini non farà mai un salto di qualità”.