Bilancio di fine anno da parte della Provincia di Piacenza. Un anno di forte cambiamento dopo la legge Del Rio che di fatto ha radicalmente stravolto la natura dell'Ente. Un anno in cui ha regnato l'incertezza, dal punto di vista amministrativo e dal punto di vista umano. E proprio dal lato umano il presidente Francesco Rolleri è partito affrontando la questione dei 313 dipendenti dell'Ente, la cui posizione è stata messa a rischio dalla rivoluzione della riforma: "La questione non è chiusa, però per 53 di loro si sono aperte le porte del prepensionamento o della mobilità verso altri enti, mentre dal 2016 un centinaio di loro sarà trasferito alla Regione. Un centinaio, 137 per la precisione, di cui 4 dirigenti, resterà invece all'interno dell'ente piacentino. A loro si aggiungeranno 18 funzionari inviati dalla Regione per le funzioni delegate in aggiunta a quelle fondamentali".
Rolleri è passato poi a un altro tema cardine di quest'anno, l'alluvione del 14 settembre scorso: "Non c'è bisogno di ricordare l'importanza della tragedia, con tre persone che hanno perso la vita e gli ingenti danni subiti dai Comuni colpiti. Però dobbiamo concentrarci su un aspetto fondamentale: è un evento straordinario, certo, ma è capitato e come è capitato una volta, può accadere di nuovo. Poniamoci una domanda: saremmo pronti, oggi, se dovesse succedere ancora? Non mentiamo a noi stessi e ai cittadini: no, non saremmo pronti, e non lo saremo mai se il Governo non ci darà una mano. Abbiamo anticipato 6,8 milioni di euro per riparare i danni ma se questi stanziamenti non ci saranno rimborsati dalla Regione o dallo Stato rimarremo senza quei fondi che avremmo utilizzato per la normale manutenzione di strade e infrastrutture. Come potremmo pensare di adeguare i nostri territori in vista di un potenziale nuovo alluvione?".
Un anno difficile non solo per la questione dei dipendenti e dell'alluvione, ma perché i nuovi amministratori provinciali, che poi sono i sindaci dei Comuni della Provincia, si sentono abbandonati dallo Stato. "Prendiamo per esempio la questione dell'Area Vasta di cui si sta parlando e che nel 2016 verrà affrontata in maniera concreta – spiega Patrizia Calza – gli Enti Locali, i Comuni, potranno contare su qualcuno, potranno contare sulla Provincia? Come avverrà questa trasformazione, ci sarà dialogo, verrà avviato un percorso partecipato?" I dubbi di Calza sono suffragati dalle perplessità di Massimo Castelli: "Si parla di Area Vasta, si parla di unioni tra i Comuni, ma gran parte della provincia piacentina è montagna: cosa si sta facendo per la montagna? La Regione ha stanziato 10 milioni di euro, e va benissimo, però i problemi sono due: i fondi ci sono, ma se poi non si parte da Piacenza bensì, come è già accaduto, da Rimini, cosa rimane per il nostro territorio? E se rimane qualcosa, quando si farà? Secondariamente vanne bene i soldi, ma la montagna ha bisogno di politiche come la tassazione differenziata, l'annullamento del digital divide. Se non si mettono in campo queste politiche la montagna tra dieci anni sarà spopolata e andremo a creare aree vaste con territori vuoti e unioni tra comuni senza abitanti".
In effetti il taglio delle risorse mostra numeri che parlano chiaro, circa 3,5 milioni di euro per tagli richiesti dallo Stato e una situazione oggi drammatica: su 24 milioni di entrate la Provincia ne versa 10 nelle casse dello Stato. Uno dei primi comparti a subire questa situazione è stato il trasporto pubblico, come ricorda Luca Quintavalla: "La Provincia si è trovata a non avere più risorse per garantire il trasporto su gomma e siamo ricorsi a un'operazione mai messa in atto prima. Siamo ricorsi alla collaborazione degli Enti Locali chiedendo loro di mettere mano al portafogli per contribuire al mantenimento delle tratte di loro competenza. E dopo una perplessità iniziale si è infine avviata una proficua collaborazione".
Aspetto positivo secondo la giunta provinciale la partecipazione di Piacenza all'Expo 2015: "Non possiamo ancora misurare nel dettaglio e comcretamente le ricadute positive sul nostro territorio – spiega ancora Patrizia Calza – sicuramente però è stato un banco di prova per le varie anime del nostro territorio che hanno dimostrato di saper lavorare insieme e bene".
Dal 1 gennaio 2016 la Provincia verrà ulteriormente "svuotata" di competenze. Un buon numero di deleghe, infatti, passerà alla Regione: Agricoltura Caccia e Pesca, Protezione Civile, Tutela Ambientale, Servizi Sociali, parte della Formazione Professionale, Attività Produttive. Alla Provincia resteranno i Centri per l'Impiego, Viabilità, Edilizia Scolastica, Programmazione territoriale e dei Trasporti, Urbanistica, Pari Opportunità, Turismo, Istruzione, Assistenza Tecnica e Amministrativa ai Comuni. Proprio a quest'ultimo punto si legano i principali dubbi, speranze e timori: "Soprattutto con l'avvento dell'Area Vasta sarà necessario un maggior coordinamento tra Enti centrali e Comuni – si chiedono gli assessori – avremo ancora le professionalità e le persone di cui disponevamo prima? Saremo ancora in grado di rappresentare un punto di riferimento?".