"Nelle faccende contabili del partito è stata adottata sempre la massima scrupolosità. E così è stato fatto anche nelle erogazioni liberali concesse dalla Biomedica Santa Lucia per le campagne elettorali". Lo hanno detto oggi (16 dicembre 2015) in aula il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Tommaso Foti e l'ex dirigente del Pd Mario Angelillo, sentiti come testimoni nella prima udienza del processo legato a presunte irregolarità di alcuni contributi erogati dall'azienda di Gragnanino a beneficio di partiti e candidati piacentini nel periodo 2010-2013. Un'aula affollatissima, quella del giudice monocratico Gianandrea Bussi, con tanti avvocati e diversi volti noti in vista della politica piacentina. Gli imputati sono l'amministratore unico della Biomedica Bruno Giglio (difeso dall'avvocato Angelo Rovero) e la commercialista dell'azienda, Anna Zambarbieri (difesa dall'avvocato Elena Del Forno). Per il Pd sono imputati l’ex vicesindaco Francesco Cacciatore, il consigliere Regionale Marco Carini, ma anche Piera Marchi, Paolo Rezzoagli, Marcellina Anselmi (assistiti dall'avvocato Paolo Fiori) e Sergio Driganti (difeso da Sabrina Erba); per il Pdl l'ex consigliere regionale Andrea Pollastri (difeso dagli avvocati Luigi Salice e Romina Cattivelli) e Anita Piccioni (difesa dall'avvocato Corrado Prandi). Il reato di cui devono rispondere si riferisce a presunte violazioni della legge sul finanziamento illecito ai partiti, la commercialista Zambarbieri anche di falsità ideologica. La presunta violazione, in base alle indagini svolte dalla Guardia di finanza, non riguarderebbe tanto i bonifici, quelli tutti tracciati e trasparenti, quanto la mancata delibera dei contribuiti da parte del consiglio d’amministrazione dell’azienda. "Mancava la delibera, ma c'era l'iscrizione a bilancio" ha spiegato in aula il luogotenente Augusto Ferrari delle Fiamme Gialle che hanno indagato su 23 erogazioni liberali ai partiti e ai candidati piacentini fatti nel periodo 2010-2013. A lui erano in capo le indagini coordinate dal piemme Antonio Colonna. Ferrari ha parlato dei sopralluoghi effettuati nel febbraio 2013 alla Biomedica e allo studio della commercialista dove sarebbero stati sequestrati i documenti concernenti un contributo per le elezioni regionali avvenute quell'anno. In un verbale del cda, quella che il militare ha definito "una trascrizione anomala" relativa all'erogazione del contributo. Da lì, su input della procura, la Finanza ha sequestrato anche documentazione contabile degli anni precedenti. Foti, che allora era presidente provinciale del Pdl, ha spiegato come il suo partito avesse sempre operato all'insegna della "massima tracciabilità e trasparenza" tanto che sul contributo 'incriminato' era stata inviata dichiarazione congiunta alla Camera dei Deputati. Dello stesso tenore le dichiarazioni fornite dai dirigenti ed ex dirigenti del Pd e dai dipendenti della Biomedica. Va ricordato che l'inchiesta madre era partita dalla procura di Roma e che aveva visto innumerevoli archiviazioni in diversi tribunali d'Italia dove erano state individuate le presunte violazioni. Una richiesta di archiviazione era stata formulata dalla stessa procura di Piacenza a gennaio. Richiesta respinta dal gip Elena Stoppini.