"L'irrisoria partecipazione all'elezione per il rinnovo del consiglio d'amministrazione del Consorzio di bonifica di Piacenza, inequivocabilmente attestato dal crollo del numero dei voti espressi rispetto al 2010, costituisce la più lampante dimostrazione della sfiducia che i contribuenti piacentini nutrono non tanto nell'ente quanto in chi in lo rappresenta", lo sostiene il consigliere regionale piacentino Tommaso Foti (Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
"La grossa coalizione organizzata a tavolino dai vertici delle categorie economiche locali – continua la nota – lungi dal riuscire a mobilitare gli associati, neppure è riuscita neppure a portare al voto la metà dei sottoscrittori delle due liste presentate". "E', dunque, una sconfitta storica – afferma Foti – di coloro che, con l'arroganza personale ed istituzionale che li contraddistingue, si illudono di rappresentare il territorio, quando neppure riescono a rappresentare se stessi. Le urne ci dicono, ad esempio, che Zermani ha perso ben più della metà dei consensi (si fa per dire) conseguiti cinque anni fa"
"Siamo ad una partecipazione popolare da prefisso telefonico – continua il consigliere regionale di Fratelli d'Italia – e questo anche grazie al fatto di avere negato ai consorziati di potersi esprimere col voto telematico. Un diniego che è servito, infatti, solo a mantenere ai vertici del Consorzio coloro che, diversamente, sarebbe stati spazzati via".
"E' evidente che, per chi fa del Consorzio di bonifica uno strumento di potere, il crollo della partecipazione al voto dei consorziati non costituisce un problema: non a caso – osserva polemicamente Foti – l'ariconfraternita dei sediairi delle associazioni, cui la storia di Pirro nulla ha insegnato, tenta comicamente di fare passare per vittoria una stangata senza precedenti".
"Una partecipazione al voto inferiore all'1% degli aventi diritto e l'elevatissimo numero di schede bianche e nulle, chiariscono infine – conclude il consigliere regionale di FdI – la ragione per la quale tutto si è fatto per escludere dalla competizione elettorale la lista "Equità per tutti": consci del nessuno seguito di cui godono, i generali senza eserciti del Consorzio null'altro potevano fare per vincere che eliminare la concorrenza".