Tre mesi fa l’alluvione: “Istituzioni vicine, ma mancano ancora i soldi”

 A tre mesi dall’alluvione siamo al paradosso. Perché se il 14 settembre scorso l’emergenza era la bomba d’acqua che ha colpito il territorio, devastando due vallate, oggi è invece la siccità. E infatti sia il fiume Po che Trebbia e Nure sono a secco e sul monte Penice manca la neve. Ma i problemi non sono solo questi due stremi, perché come sempre sono i soldi che mancano per ripartire e tornare, almeno, alla normalità. Già a un mese dall’alluvione, alcuni dei sindaci dei Comuni più colpiti ci avevano confessato che sì, i soldi per la prima emergenza erano arrivati ma quelli che poi sarebbero serviti davvero erano quelli per la ricostruzione e la messa in sicurezza. 

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La stima dei danni contava, per Farini circa 1 milione di euro, per Ferriere circa 10, per Bettola almeno 2 e per Bobbio tra i 3 e i quattro milioni di euro. Scendendo a valle, poi, la situazione non è molto migliore, visto che in questi giorni, è vero, sono partite le richieste di danni da parte dei privati ma i tempi, per la valutazione e poi per lo stanziamento saranno inevitabilmente lunghi. E così a soffrire, a parte chi ha avuto casa o auto danneggiate, sono soprattutto gli imprenditori: “O paghiamo le tasse o paghiamo i nostri dipendenti” si era sfogato Nicola Bosi, della Bosi di Roncaglia (che aveva subito un danno da 1 milione di euro). 

Oggi il comitato per Roncaglia è in attesa, come ha spiegato Marica Fumi: "E' vero, le istituzioni e molti enti e associazioni ci sono vicini, ma materialmente non abbiamo ancora i soldi per ricostruire le nostre cose o pagare le vetture che abbiamo dovuto comprare dopo che le nostre sono andate distrutte".

Nel frattempo si susseguono le iniziative in sostegno degli alluvionati. Da ultimo, il concerto a Piacenza Expo dei Nomadi, proprio per la cittadinanza di Roncaglia. Una serata presentata da Red Ronnie, il papà del Roxy bar.