Questa volta ai truffatori di anziani è andata male, grazie al pronto intervento dei carabinieri di Rivergaro e al rapporto di fiducia e collaborazione tra cittadini e forze dell'ordine. Protagonista di questa vicenda un uomo di 80 anni residente a Rivergaro che in passato gestiva un bar e che per racimolare un po' di soldi aveva deciso di vendere due affettatrici risalenti ai primi del '900 e una macchina del caffè risalente agli anni '50, strumenti di marche prestigiose e soprattutto "d'epoca", per un valore totale di 18mila euro. Per effettuare la vendita l'80enne ha deciso di pubblicare un annuncio su un noto sito specializzato, annuncio al quale ha risposto nei giorni scorsi O. R., un 51enne residente in provincia di Bergamo: il compratore ha proposto di pagare con un bonifico per poi fissare un appuntamento con l'80enne alle 18 di ieri, mercoledì 2 dicembre. E' proprio a questo punto che la fortuna entra prepotentemente in gioco.
Premessa: già in passato l'uomo aveva cercato di vendere alcuni oggetti su internet, ma era stato truffato con un assegno falso. Ieri, a metà pomeriggio, l'80enne stava passeggiando quando ha incontrato per strada il maresciallo dei carabinieri di Rivergaro Roberto Guasco: "Ho venduto ancora su internet, ma questa volta non mi fregano perché ho fatto fare un bonifico" ha detto l'anziano al maresciallo. A quel punto Guasco ha voluto approfondire la vicenda e ha iniziato a chiacchierare con il cittadino notando subito, in effetti, un elemento molto strano: l'acquirente aveva assicurato al venditore che il bonifico sarebbe stato effettuato in tempo, prima dell'appuntamento, e che l'80enne avrebbe potuto facilmente verificare l'avvenuto pagamento al momento dell'incontro. Ma come poteva verificare il versamento se l'appuntamento era alle 18, orario in cui le banche sono chiuse? Insospettito da questo aspetto il maresciallo Guasco ha deciso di presentarsi all'incontro e all'arrivo del 51enne, alle 18 in punto, i carabinieri hanno chiesto al bergamasco di mostrare i dettagli del pagamento: il truffatore ha effettivamente presentato una ricevuta, ma i militari hanno impiegato ben poco tempo a capire che si trattava di un documento palesemente falsificato, con timbri fasulli e codice Iban inventato. A quel punto per l'uomo, guarda caso risultato pregiudicato per truffa, sono scattate le manette con l'accusa di truffa aggravata dall'anzianità della vittima.
Insieme al malintenzionato si sono presentati due giovani di 21 e 23 anni, residenti a Lodi e autotrasportatori di professione, che hanno detto, però, di non conoscere il 51enne e di essere stati contattati sul web solo per effettuare un trasporto. I due colleghi, addirittura, hanno raccontato due curiosi retroscena: l'uomo si era presentato loro con un falso nome e li aveva raggiunti sul luogo dell'appuntamento a piedi, sostenendo di aver parcheggiato l'auto lontano. Due elementi che lasciano ben intendere l'accuratezza con cui il bergamasco aveva preparato il raggiro. I due involontari complici, infatti, nel caso si fosse scoperta la truffa, non avrebbero avuto informazioni sul malvivente da fornire alle forze dell'ordine: niente auto, niente nome, niente di niente, e l'anziano venditore sarebbe rimasto irrimediabilmente a bocca asciutta. La coppia, insomma, era all'oscuro di tutto, ma questo, purtroppo, non ha evitato ai due una denuncia per truffa in concorso e ricettazione.