Omaggio a Sergio Endrigo al Teatro dei Filodrammatici

Nell’ambito della rassegna “Gli appuntamenti di Gian Domenico”  – stagione 2015/2016 – mercoledì 2 dicembre alle ore 21 al Teatro Comunale Filodrammatici di Piacenza si terrà il concerto “C’è gente che ama mille cose…” dedicato a Sergio Endrigo. La serata è organizzata da Associazione Amici del Romagnosi e Associazione Amici del Teatro Gioco Vita con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e la collaborazione di Teatro Gioco Vita, Famiglia Piasinteina e Istituto Romagnosi. Protagonisti della serata Davide Cignatta (chitarre e voce), Davide Dabusti (chitarre), Johnny Pozzi  (pianoforte e tastiere), Antonio Quero (tromba), Stefano Schembari (basso elettrico), Maurizio Sesenna (voce), Fabio Villaggi (batteria e percussioni) e “I Piccoli” della Schola  Cantorum di Agazzano diretti da Maria Paola Busconi. Presenta Mario Ambrogi. Ingresso libero.Nell’occasione sarà possibile devolvere un’offerta a favore degli alluvionati della Val Nure e della Val Trebbia.
SERGIO ENDRIGO, LA SUA POESIA, LA SUA MUSICASergio Endrigo è stato con Gino Paoli, Giorgio Gaber, Fabrizio De Andrè e Luigi Tenco uno dei nostri cantautori più ispirati e creativi.Nasce il 15 giugno 1933 a Pola. Dopo un’infanzia felice, nel 1947 deve lasciare, allora adolescente, insieme a tanti profughi italiani, la sua città natale, assegnata alla Jugoslavia. Dopo un’esperienza negativa in un collegio per profughi a Brindisi, Endrigo si trasferisce e Venezia, dove vive la madre. Lavora come fattorino alla Mostra del Cinema, fa il ragazzo dell’ascensore all’Hotel Excelsior e la sera suona e canta in balere, dancing e night-club in Veneto e a Milano.Sollecitato da Nanni Ricordi, che aveva conosciuto a Milano nel 1960, Endrigo scrive le sue prime canzoni: Bolle di sapone, I tuoi vent’anni, La brava gente, Chiedi al tuo cuore. Quindi nel 1962 segue Nanni Ricordi alla RCA di Roma, dove compone Aria di neve, Via Broletto 34, Viva Maddalena, Era d’estate, La rosa bianca (da una poesia José Martí) e la canzone che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo: Io che amo solo te.Endrigo canta l’amore nelle sue diverse sfaccettature con accenti chiari e sinceri, senza mai cadere nel banale. Poi, al centro delle sue canzoni, irrompono anche temi sociali di grande spessore cantati con forza, ma in una forma sempre ricca di poesia.La vita quotidiana della gente del nostro Paese, l’amicizia e la solidarietà, le fatiche e le sofferenze degli Italiani costretti ad emigrare, gli esiti della guerra e l’anelito dei popoli a conquistare la libertà sono i temi di diverse sue canzoni, che risultano ancora attuali nel tempo in cui viviamo. In questo senso L’Arca di Noè appare addirittura profetica.Endrigo (che durante l’adolescenza si era formato attraverso la lettura di Manzoni, Guy de Maupassant, Ibsen, Cronin e soprattutto Steinbeck), dopo l’incontro con Pasolini, del quale musica la poesia Il soldato di Napoleone, si accosta ad altri poeti che sente vicini alla propria ispirazione come lo spagnolo Rafael Alberti, il cubano José Martí, il brasiliano Vinicius De Moraes (autore tradotto in italiano da Giuseppe Ungaretti). E proprio con Ungaretti e De Moraes, oltre che con Sergio Bardotti e Toquinho, Endrigo realizza nel 1969 l’album di musica e poesia La Vita, Amico, è l’Arte dell’Incontro.Il 7 marzo 1970 al Piccolo Teatro di Milano mette in scena lo storico spettacolo L’Arca di Noè, realizzato insieme a Sergio Bardotti e Luis Enriquez Bacalov, durante il quale presenta tanti suoi grandi successi.Pur così schivo e riservato, Endrigo dimostra di trovarsi a suo agio in compagnia dei bambini. Per loro interpreta brani come La casa, Il pappagallo, Ci vuole un fiore ed altri ancora (nati dalla collaborazione con Vinicius De Moraes e Gianni Rodari), diventati ormai “classici” per l’infanzia.Partecipa con successo a diversi Festival di Sanremo e nelle sue numerose tournées canta in varie lingue in tutta Europa, negli Sati Uniti, in Canada ed in tutto il Sud America, dove è molto amato.Fine intellettuale ed al tempo stesso uomo di grande semplicità e sensibilità, Endrigo ci ha lasciato più di 250 canzoni. Indimenticabili, oltre a quelle già citate, Teresa, Mani bucate, La colomba, Vecchia balera, La periferia, Il primo bicchiere di vino, Camminando e cantando, La prima compagnia, 1947, Adesso sì, Canzone per te (vincitrice a Sanremo nel 1968), Se le cose stanno così, Come stasera mai, Il dolce Paese, Il treno che viene dal Sud, Perché non dormi fratello?, Lontano dagli occhi, Girotondo intorno al mondo.Una costante: nelle sue composizioni la Musica si sposa armoniosamente con la Poesia.

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