Il museo del cinema “scappa” da Piacenza. A Zibello diventerà una cittadella

 La magia del cinema scappa dal Piacentino e trova casa nel Parmense. Appare infatti come l’ennesimo caso di “fuga delle opportunità” per il nostro territorio, l’epopea che ha portato l’esposizione “Il Cinematografo – Le macchine del pre cinema e del cinema” di Luciano Narducci, a inaugurare quest’oggi, venerdì 20 dalle 17.30 e fino al 22 novembre nelle sale del cinquecentesco palazzo Pallavicino di Zibello, ex convento dei padri Domenicani.

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La mostra, che ha come prospettiva quella di diventare un vero e proprio museo permanente, visto che può contare su 500 tra grammofoni, giradischi, proiettori, cineprese, obiettivi, moviola, giuntatrici (su 1.600 pezzi in possesso del collezionista) era stata lungamente proposta ad alcuni Comuni piacentini, come Bobbio, Cortemaggiore e Travo, senza contare il capoluogo ma, dopo anni le trattative si sono concluse con un nulla di fatto. 

In un solo colpo, però, i tanto vituperati cugini ducali ci dimostrano che, oltre ad essere ancora possibile investire in cultura, l’ente Provincia, seppur degradato a “secondo livello”, nonostante tutto può essere utile a qualcosa. E giustamente se ne vantano, come hanno scritto nella presentazione: “Un evento fortemente voluto dal Comune di Zibello e patrocinato dalla Provincia di Parma”.

Luciano Narducci, che abbiamo contattato, sembra sollevato che i suoi sforzi vengano finalmente premiati ma, da piacentino, non ha nascosto un po’ di amarezza: “Siamo stati in trattativa 3 anni e mezzo con Cortemaggiore, 8 mesi con Travo e 3 mesi con Bobbio e alla fine non hanno ritenuto di investire su questo progetto. A Zibello, invece, lo hanno messo in rete, non solo dal punto di vista turistico ma anche di studio dei cimeli. Mi hanno aperto tutte le porte e lo stanno lanciando addirittura a livello nazionale”. 
Un altro mondo, rispetto a quanto gli era stato proposto nella nostra provincia: “A Travo mi avrebbero dato un piccolo spazio nel castello e tutto il resto in un capannone, ma non si sarebbe visto nulla. Così come a Bobbio, mi avrebbero fatto esporre quattro pezzi e il resto in un magazzino. Per non parlare di Cortemaggiore. E poi se la sono presa quando hanno saputo che avevo chiuso il contratto con Zibello. Pensi – ha continuato – che mi hanno chiamato da Asti, dove non credevano che avessi tanti oggetti da poter allestire un museo, senza supporto di nessuna istituzione”. 

E pensare che complessivamente l’allestimento parla decisamente piacentino, perché oltre a Narducci la curatrice del progetto è Anna Mazzari con il supporto del giornalista e critico cinematografico Enzo Latronico. Anche loro, pur senza nascondere la soddisfazione di vedersi riconosciuti gli sforzi di anni, non hanno mancato di sottolineare la differenza culturale, più che di disponibilità economiche, dimostrata dal territorio parmense: “La discussione delle amministrazioni si è protratta nel tempo e il via libera, solo per l’accoglienza della collezione e non per l’inizio dei lavori di una cittadella del cinema, è arrivata con un ok informale, senza garanzie” ha spiegato Mazzari. “A Zibello, invece, sono stati lungimiranti: hanno ideato una base di progetto dell’acquisizione, una prima presentazione, che è quella di oggi, ma poi dal 2016 partirà un polo museale e di laboratorio creativo e culturale. Una mentalità completamente differente”. 

Insomma, quello che a Piacenza è apparso come un fardello, a Parma è diventato un investimento redditizio, sia dal punto di vista dell’immagine che economico: “Il sindaco di Zibello, Andrea Censi si è mostrato sensibile, veloce e acuto nel far partire il museo – ha aggiunto Latronico – e posso dire che sono anni che giro con Narducci per radicare questa realtà a Piacenza ma abbiamo trovato tutte le porte chiuse. Nessuno neanche in città si è appassionato o interessato al progetto”.