Daniela Puddu è stata uccisa o si è suicidata? Né l’autopsia, né la perizia cinematica effettuata nel marzo scorso sono stati finora in grado di produrre una svolta nel processo che vede alla sbarra Dario Rizzotto, il 36enne ex convivente accusato di omicidio. “Le ferite trovate sul corpo di Daniela e la dinamica della caduta dal terzo piano dell’abitazione non permettono di propendere per l’una o per l’altra ipotesi” ha detto Rosanna Pulerà il medico legale aggiungendo che, seppur più remota, non è possibile escludere nemmeno l’ipotesi di “morte accidentale”. Se già era nota la complessità di questo processo, la quarta udienza di fronte alla Corte d’Assise ne ha dato ulteriori conferme.
Gli elementi certi. Quella sera del 14 giugno la vittima e Rizzotto avevano litigato pesantemente, sembra per questioni di gelosia e per il presunto riavvicinamento di Daniela all’ex fidanzato indiano (che potrebbe essere sentito come teste nelle prossime udienze, ma che ora si trova in India). Poi Daniela, intorno alle 23,30, precipita dalla finestra del terzo piano dell’abitazione di via Illica 1, a Fiorenzuola: il corpo ha la testa rivolta verso l’edificio, i piedi verso la strada. In pochi secondi sul marciapiede, all’altezza del capo, si espande una chiazza di sangue. In base all’autopsia, “Daniela è caduta battendo la testa” ha spiegato infatti il medico. “Aveva i polsi rotti segno che forse ha tentato di attutire la caduta. Le ferite derivanti dall’impatto si sono tutte concentrate sulla parte sinistra del corpo”. Il punto di impatto della caduta non può aiutare a capire con certezza se Daniela si sia buttata dalla finestra volutamente o se sia stata spinta nonostante alcuni studi scientifici evidenzino che, se il punto di impatto si trova ad una distanza superiore di un metro dal muro dell’edificio, si potrebbe essere di fronte a un suicidio (la macchia di sangue, quella che fuoriusciva dal capo, è stata trovata a non più di 40 centimetri dalla parete).
La Corte ha chiesto spiegazioni circa i lividi – di colorazione diversa, dal rosso vivace al violaceo – rinvenuti sul braccio destro e sul collo della vittima. Si tratterebbe di ferite “risalenti a qualche ora prima di morire, al massimo 4-5 ore, ma più verosimilmente pochissimo prima del decesso”. In effetti la relazione del medico legale parla di violenta colluttazione tra i due.
In base all’esito degli esami tossicologici di cui ha riferito il dottor Marco Spagnoli, nel corpo di Daniela sono state trovate tracce di alcol, ma anche di stupefacenti, di cocaina e cannabis.
Altro aspetto emerso nel corso dell’udienza dalla deposizione del medico legale Carlo Previderè è che sotto le unghie della Puddu “non è stato trovato materiale genetico maschile”.
Quanto all’anellino in argento isolato trovato in casa, secondo il carabiniere del Ris Giorgio Avantaggiato, “sarebbe compatibile con la collanina con l’effige di Padre Pio di Daniela trovata sul marciapiede e dalla quale mancava un elemento di collegamento”.
Domani (17 novembre) nuova udienza. Si tratterà di capire, anche se è altamente improbabile, se l’imputato deciderà di parlare.