“La paura c’è, ma Parigi vuole reagire”. A dirlo, 36 ore dopo gli attacchi terroristici che hanno colpito Parigi, è la piacentina Pierfrancesca Graviani, 31 anni, che da 20 si è trapiantata a Parigi e lavora come giornalista per una televisione locale. Il giorno dopo gli attacchi, la reporter è scesa in strada per documentare come i francesi e i parigini stanno reagendo a questa nuova ondata di terrore che ha colpito nuovamente il cuore del paese transalpino. “Il giorno dopo sembrava quasi tutto tornato normale, le strade con più gente, più auto, ma allo stesso tempo un silenzio incredibile tutto intorno – ha detto a Radio Sound/Piacenza24 -. Si respira un clima diverso da quello dello scorso gennaio dopo l’attacco a Charlie Hebdo. Vedi che la gente vuole reagire fieramente, uno spirito che sembra dire: non ci metteranno in ginocchio. Sabato tutti i luoghi pubblici sono rimasti chiusi. Nonostante l’invito a uscire di casa, la gente è uscita ugualmente, alle terrazze c’era gente che prendeva il caffè, una forma di reazione attraverso la normalità. Come a dire: abbiamo paura, ma non riuscirete a paralizzarci”.
Sono giorni particolarmente delicati dove la comunità internazionale cerca di capire quali contromosse prendere. In Italia molte forze politiche spingono per una reazione militare massiccia. In Francia, al momento, si respira ancora grande cautela. Spiega Graviani: “Qui in Francia sono tutti molto cauti a rivelare le informazioni, a dire la strategia. E’ certo che dall’altro sera si sente continuamente dire che Parigi è in guerra. Come ha detto lo stesso Papa Francesco, è una terza guerra mondiale”.