In occasione della ricorrenza dei 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri viene esposto a Palazzo Galli a Piacenza, l’importante Codice Landiano 190 della Biblioteca Comunale Passerini Landi, verrà esposto nella cornice di una mostra documentaria e didattica che riporti all’evidenza della Comunità Piacentina, oltre che l’intrinseco valore del documento, anche l’esistenza di una significativa presenza locale di contributi bibliografici e studi danteschi.
Il Codice Landiano 190, il più antico codice datato della Divina Commedia verrà esposto dal 14 al 16 novembre nel Salone dei depositanti di Palazzo Galli via Mazzini 14, Piacenza .
L’evento è organizzato da Banca di Piacenza in collaborazione con il Comune di Piacenza e la partecipazione della Società “Dante Alighieri”.
PROGRAMMA
sabato 14 novembre – ore 10:00 Interventi di presentazione – Mostra e Scuola piacentina di studi danteschi
ore 11:00 Inaugurazione
VISITE GUIDATE con il Dr. Massimo Baucia
sabato 14 novembre 11:30 e 17:00 – domenica 15 novembre ore 17:00
lunedì 16 novembre ore 11:00 e 15:00 per Scuole e Associazioni
ORARI DI APERTURA: sabato 12:00 – 19:00 – domenica e lunedì 09:00-19:00
La partecipazione è libera.
IL CODICE LANDIANO
Il manoscritto più antico della Commedia di Dante è ilCodice Landiano 190 della Biblioteca Passerini-Landi diPiacenza, come si ricava dall’explicit del cantico del Paradiso:“Da me Antonio da Fermo a richiesta e istanza del Magnificoed Egregio signore BeccarioBeccaria di Pavia… milite imperialee dottore delle leggi, podestàdella città e distretto di Genova,anno 1336”. Il suo committenteBeccario Beccaria ricoprì la caricapodestarile in molte città (Monza,Savona, Milano, Bergamo, Lucca,Vercelli, Mantova e Genova) e fucultore delle lettere latine e volgari;nel 1352 era ancora in vita. Dilui viene ricordato dal Muratorianche il possesso di un codice diSeneca, nel quale erano scritte lenote professionali e biografiche delgiurista, sopra richiamate. Egliaveva forse al suo seguito, nellenumerose residenze podestarili,alcuni amanuensi di professione aiquali commissionava la trascrizionedi testi di suo diretto interesseculturale. Del copista Antonio daFermo nulla si sa, se non che fosseprobabilmente entrato al serviziodel Beccaria durante il suo capitanatoa Fermo. Il codice (mm 352 x250) si compone di centodiecicarte, scritte a due colonne di quarantaduerighe fino alla sedicesima,e di trentasei righe per il rimanente.Le iniziali dei Canti sonorosse e azzurre, alternatamente;quelle delle terzine sono nere fuorimargine con una pennellata digiallo; le grandi iniziali delleCantiche non vennero eseguite edi esse rimane lo spazio per l’inserimentodella miniatura, che nonfu eseguita; le rubriche dei Cantisono in rosso.Nulla si sa sul percorso del Codicedal Trecento in poi, in quanto dellesei righe di scrittura trecentescadella carta 4 cinque sono stateraschiate da qualcuno per impedireil riconoscimento della nota sultitolo di proprietà. Sulla carta 2 sono menzionati ArtaserseBaiardi e Orazio Pencolini, due nobili parmensi che avevanoprestato servizio sotto i duchi Francesco e Ranuccio II. Neiprimi decenni del secolo XIX entrò in possesso di FiorenzoZappieri di Monticelli d’Ongina(Piacenza), che, tramite il negozianteGiuseppe Biavati, lo vendetteal marchese Ferdinando Landi, ilbibliofilo ricco di ingegno, umanitàe risorse, il quale donò la sua preziosissimabiblioteca di 56.000volumi e di oltre 2.000 manoscrittial Comune di Piacenza per laBiblioteca Comunale, fondata nel1774 e intitolata a lui e al precedenteimportante donatore, PierFrancesco Passerini.Del Codice Landiano 190 fu stampataa Firenze nel 1921, seicentesimoanniversario della morte diDante, una riproduzione fotolitograficada Leo Olschki in tiraturalimitata con presentazione diAugusto Balsamo, direttore dellaBiblioteca, e apparati critici diGiulio Bertoni, paleografo e filologodi ampia fama, che esaminaverso per verso le revisioni del testoeseguite dallo stesso amanuenseAntonio da Fermo, essendo dellastessa mano le aggiunte di lettere oparole sopra le rasure apportate alfoglio di pergamena.Forse non a caso questo codicedantesco, il primo della genealogiadei manoscritti del secolo XIV, ègiunto a Piacenza: alla fine delTrecento, infatti, era stata istituita aPiacenza una cattedra di LecturaDantis presso lo Studio (Università),con primo incarico a FilippoCassoli da Reggio, per la lettura el’esegesi del Poema dantesco,cosicché Piacenza divenne la quintacittà italiana a iniziare tale attivitàpubblica. (testo scritto da Stefano Pronti)