Uccise il marito con una coltellata. La procura: “Eccesso di legittima difesa”

Reagì alle botte del marito uccidendolo con un coltello da cucina. C’è la richiesta di processo per Angela Lanza, la 62enne piacentina che nella notte fra il 26 e il 27 marzo scorso, nella sua villa di Quarto, colpì mortalmente il coniuge Giovanni Mutti, 64 anni, con un colpo al torace che gli perforò il polmone. Per la procura la donna si sarebbe difesa dall’aggressione ma avrebbe ecceduto nella reazione. Da qui l’accusa di omicidio colposo con l’insolita formula dell’eccesso colposo di legittima difesa. Si tratta del primo caso di questo tipo affrontato dalla procura di Piacenza, che giunge proprio in un momento storico in cui si parla diffusamente di legittima difesa. Un capo d’imputazione che, di fatto, va nella direzione di attenuare di molto la posizione della donna, difesa dagli avvocati Annamaria Grossi e Giovanna Cavaciuti, che rischia dai 6 mesi ai 5 anni di carcere. Sarà ora il giudice a pronunciarsi sulla richiesta avanzata dal sostituto procuratore Antonio Colonna, titolare dell’indagine eseguita dalla Squadra Mobile della Polizia.

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Il delitto fece molto scalpore. Quella sera, secondo la ricostruzione emersa dalle indagini, la donna era in casa stesa sul divano quando il marito rientrò in casa ubriaco (1,24 microgrammi di alcol nel sangue). Tra di loro iniziò subito un litigio, non certo il primo di un rapporto coniugale da anni assai tribolato. Prima le grida e gli insulti del marito poi l’accanimento sulla donna. In quel momento i due si trovavano in cucina e la donna afferrò un coltello lungo oltre 20 centimetri. Una tensione che fu un crescendo con Mutti che, agitatissimo, iniziò a strattonarla e tirarle i capelli spingendola per le scale nel tentativo di chiuderla nella camera da letto. Fu quando se lo ritrovò sopra con le sue mani al collo che la donna reagì: prima facendogli allentare la presa colpendolo ai testicoli e poi sferrando tre coltellate: due fendenti raggiunsero la mano del marito, il terzo gli squarciò il torace arrivando a bucargli il polmone. Poco dopo l’uomo, che accusò un’emorragia e una crisi respiratoria, spirò. Angela Lanza venne fermata. “Cosa ho fatto, non volevo!” gridò più volte mentre i poliziotti la portavano in questura. Nel corso delle indagini, che si sono avvalse anche di perizie psichiatriche sia sulla vittima che sull’indagata, è venuta a galla il difficile rapporto di coppia col marito che spesso la picchiava e la tormentava. Una quotidianità fatta di violenza e soprusi cui è stata posta fine nella maniera più tragica. Per la procura, che ora chiede che la donna venga processata per omicidio colposo, avrebbe reagito in maniera sproporzionata: in base al codice penale, nei casi di delitti con "eccesso colposo di legittima difesa" (articolo 55) va tenuto conto del mezzo e del modo usati per difendersi.