Una prima annotazione sulla pagina del 29 maggio 2014. "Ho litigato con Daniela e le ho fatto male". Il giorno seguente un'altra: "Daniela scusa, ti ho fatto male alla faccia con calci e pugni". Sono queste alcune delle frasi, ritenute "importanti a livello investigativo", che i carabinieri hanno isolato dall'agenda di Dario Rizzotto, il 37enne di Mazara del Vallo accusato di aver ucciso l'allora convivente Daniela Puddu. Era il 14 giugno 2014, all'incirca verso le 23,30, quando il corpo della donna venne trovato in fin di vita sul marciapiede di fronte alla sua abitazione in via Illica a Fiorenzuola. Per l'accusa (piemme Roberto Fontana) fu Rizzotto, al culmine di una violenta lite, a scaraventarla giù dalla finestra della camera da letto al terzo piano, da un'altezza di circa 10 metri. La difesa – rappresentata dagli avvocati Andrea Bazzani e Francesca Cotani – ha sempre sostenuto che si sia trattato di un suicidio.
Si annuncia dunque una strenua battaglia il processo che si è aperto questa mattina (26 ottobre) davanti alla Corte d'assise di Piacenza presieduta da Italo Ghitti (giudice a latere Maurizio Boselli) in cui la sorella della vittima, Michela Puddu, si è costituita parte civile, assistita dall'avvocato Mara Tutone. Sono stati ascoltati i primi testimoni. Tra questi il maresciallo Marcello Cozza del reparto operativo dei carabinieri di Fiorenzuola a cui è toccato il compito di ricostruire la scena del crimine mostrando alla Corte foto e video dei sopralluoghi effettuati, nonché passare in rassegna tutti i reperti sequestrati. Le immagini riguardano l'interno dell'abitazione di Daniela Puddu e la zona del marciapiede dove la donna venne rinvenuta. Sono le immagini di una cosa normale: sul tavolo della cucina tre bottiglie di birra aperte, il telecomando della televisione e un laccio emostatico. Sopra un tavolo i carabinieri trovarono circa un grammo di sostanza stupefacente, probabilmente eroina.
LA PRESUNTA COLLUTTAZIONE E LA COLLANINA – Ma i fotogrammi hanno indugiato soprattutto sul bagno e l'antibagno e sulla camera da letto. Cozza ha fatto vedere come la maniglia della porta del bagno recasse segni di effrazione. Sulla porta stessa il segno di un calcio. "Elementi che ci hanno fatto pensare che contro la porta sia stata esercitata un'azione violenta" ha specificato Cozza. E' chiaro come secondo gli investigatori l'antibagno sia stato il teatro di un violento litigio tra Rizzotto e la Puddu. A suffragare tale tesi il ritrovamento, sul pavimento di fronte al bagno, di uno degli anelli della collana che forse Daniela quella sera indossava. Collana che poi è stata ritrovata strappata di fianco al cadavere sul marciapiede. Si tratta di un elemento investigativo assai importante poiché dimostrerebbe, secondo la tesi accusatoria, che la collana sarebbe stata strappata dal collo di Daniela durante la lite. Poi la camera da letto, la stanza da dove la vittima precipitò: quel comodino vicino alla finestra, spostato di 25 centimetri dalla parete. "Una posizione quantomeno anomala" ha dichiarato il carabiniere. In casa gli investigatori hanno trovato l'agenda di Rizzotto, su cui erano annotate quelle frasi, segno forse di un rapporto tribolato tra i conviventi.
In aula sono poi sfilati il medico Davide Nicolotti che quella sera si trovava per caso a passare in via Illica e che fu tra i primi a intervenire. "Vidi a terra una donna in posizione prona, con la testa rivolta perpendicolarmente alla parete dello stabile e i piedi verso la strada. Era incoscente e perdeva molto sangue. Accanto a lei un uomo agitatissimo, disperato che sembrava conoscerla bene" ha detto il medico senza tuttavia riconsocere con certezza in quell'uomo la figura dell'imputato. Chi invece lo ha riconsociuto è stato l'infermiere Luca Inglese, in servizio quella sera sull'ambulanza intervenuta sul posto. "Era molto agitato, sbatteva la testa contro al muro – ha detto l'infermiere – e diverse volte mi si contrapponeva nel tentativo di mettermi fretta". Infine è stato ascoltato un poliziotto della Polfer che il giorno seguente alla stazione di Piacenza intevenne per una lite tra Rizzotto e Puddu.