Un morto sul lavoro nel 2015, Anmil: “Manca ancora la cultura della sicurezza”

Un morto sul lavoro dall’inizio del 2015 a Piacenza. Anche quest’anno l’Anmil ha celebrato in tutte le province d’Italia, attraverso le proprie sedi, la 65esima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, istituzionalizzata nel 1998 con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri su richiesta dell’Associazione – sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

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Questa mattina corteo per le vie del centro e incontro in piazza Cavalli per la cerimonia ufficiale. “Una situazione stazionaria rispetto allo scorso anno- spiega il presidente provinciale di Anmil Giovanni Ferrari – ma ancora tanto resta da fare. A livello locale, anzi, gli infortuni non mortali sono anche in calo. A livello nazionale invece la situazione è più grave perché se da una parte sono diminuiti gli infortuni sul lavoro di circa 17mila unità rispetto all’anno scorso, sono aumentate le morti: circa 100 decessi in più in questi primi otto mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014”.

Resta ancora tanto da fare dunque come conferma sempre Ferrari: “Manca ancora una diffusa e generalizzata cultura della sicurezza tra i proprietari di aziende. Molte imprese, va detto, anche a Piacenza hanno accettato di dotarsi di tutti i sistemi di sicurezza disponibili. Ancora troppe aziende invece considerano le spese per la sicurezza troppo alte o comunque secondarie. E’ necessario che tutti i titolari capiscano che quella per la sicurezza dei dipendenti è la prima spesa da effettuare perché la vita delle persone non ha prezzo”.

“Un altro argomento di cui non si può tacere è l’aumento delle malattie professionali, in particolare quelle derivate dall’utilizzo di amianto. Anmil quest’anno rispetto a queste tematiche ha promosso iniziative e manifestazioni per provare a dare una scossa all’opinione pubblica e favorire proprio la cultura della salute e della sicurezza, non solo nei luoghi di lavoro, ma nella vita di ogni giorno”.

“Lo spirito della Giornata è rimasto invariato in oltre mezzo secolo, sebbene si sia arricchito di nuove, legittime istanze: oggi costituisce un doveroso momento di riflessione sul sacrificio di chi ha perso la vita nello svolgimento della sua professione, nonché un’occasione per rivendicare la centralità dei diritti di ogni lavoratore”.