Amministratori “infedeli”, indagini chiuse: “Ammanchi per un milione di euro”

Delibere di assemblee di condominio falsificate ad arte per ottenere dalle banche aperture di credito e una miriade di prelievi, in varie forme, fatti dai conti correnti di decine e decine di stabili che amministrava. Così facendo si sarebbe indebitamente approppriato di oltre un milione di euro dai conti di 73 condomini. Al termine di un lungo e minuzioso lavoro di conteggi compiuto dai carabinieri di Piacenza coordinati dal piemme Roberto Fontana, la Procura ha chiuso le indagini a carico del 67enne amministratore di condominio piacentino indagato per appropriazione indebita e truffa. Nei guai, per le stesse ipotesi di reato, è finito anche il figlio 32enne, socio nel suo studio. 
Una vicenda che fece molto scalpore e che venne a galla nel 2013, a seguito delle prime denunce. Nel giro di poche settimane i militari dell'Arma si trovarono a fare i conti con una sfilza di denunce promosse dai condomini che egli amministrava in vari comuni della provincia piacentina: San Nicolò, Rottofreno, Calendasco, Gragnano, Carpaneto, Sarmato, Gazzola. In base alle indagini, che riguardano il biennio 2009-2010, l'amministratore "infedele" avrebbe agito sempre allo stesso modo: con artifizi e raggiri predisponeva false copie dei verbali di riunioni condominiali in cui indicava l'altrettanto falsa volontà dell'assemblea di aprire delle linee di credito con le varie banche inducendo così in errore gli stessi funzionari degli istituti di credito. Somme che oscillavano dalle poche migliaia di euro a decine di migliaia di euro e che, secondo gli investigatori, lo avrebbero portato dopo due anni ad avere una disponibilità totale di oltre un milione di euro. Quattrini che egli avrebbe usato ora per ripianare i "buchi" che sovente emergevano nei bilanci di molte palazzine amministrate, ora per rimpinguare il conto corrente di famiglia. Dalle indagini è infatti emerso che con quel denaro l'uomo avrebbe avviato e portato avanti in quegli anni una consistente operazione immobiliare in Sardegna. I carabinieri si sono trovati di fronte a un vero ginepraio di carte, numeri, conti. Rabbia e stupore le reazioni dei condomini interessati che si erano sempre fidati del professionista e che di recente hanno promosso una class action per ottenere i risarcimenti. L'amministratore è difeso dall'avvocato Monica Magnelli mentre il figlio dall'avvocato Nicola Caiola. Hanno ora tempo venti giorni per presentare eventuali memorie difensive prima della richiesta di rinvio a giudizio.

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