Luca Di Pietra non era originario di Vigolzone ma qui abitava da tempo e negli anni i residenti avevano imparato ad amarlo. Da qui la scelta degli stessi abitanti di intitolare un pezzo importante del paese proprio a questo giovane carabiniere. Un anno fa, il 29 settembre 2014, Luca, 39 anni, moriva in servizio a Castelsangiovanni. Insieme al collega Massimo Banci si era messo all’inseguimento di un’Audi rubata ma la loro gazzella andò a sbattere contro un tir parcheggiato in maniera irregolare lungo il ciglio della strada. Di Pietra morì sul colpo, Banci riportò gravissime ferite. Questa mattina a Vigolzone, dove l'appuntato viveva con la compagna e i due figli, è stato intitolato il giardino di via Montanelli proprio alla memoria di Luca Di Pietra.
Per un drammatico scherzo del destino, proprio ieri notte due carabinieri hanno rischiato la vita ad Alseno sempre durante un inseguimento. La pattuglia si è infatti imbattuta in un’altra Audi con a bordo tre uomini pronti a compiere un furto. I banditi, per poter fuggire, si sono scagliati contro la gazzella in un violento scontro frontale. I carabinieri a bordo fortunatamente, non hanno riportato ferite, sono riusciti ad arrestare due dei tre malviventi dopo una colluttazione. Il terzo complice è fuggito.
"Quello del carabiniere non è un mestiere come un altro, non lo si fa per lo stipendio, è una scelta di vita, una missione e una vocazione – spiega il comandante provinciale dei carabinieri Corrado Scattaretico – la vicinanza dimostrata dalla gente in questa occasione ci ha veramente commosso".
"E' emblematico che siano stati proprio i cittadini di Vigolzone a volere questa intitolazione – spiega Francesco Rolleri, presidente della Provincia e sindaco del Comune – la Provincia ha fatto solo da tramite, sono stati i residenti a voler tributare Luca. Lui che proprio in questo giardino veniva a giocare con i propri figli. Da oggi i bambini del paese verranno a giocare in un'area intitolata a un eroe, la speranza è che possa essere un esempio costante e quotidiano".
"Io spero che l'intitolazione di questo giardino possa rappresentare un motivo di riflessione per tutti su quello che gli agenti in divisa donano alla comunità, in favore della comunità – spiega il comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, il generale Antonio Paparella – in particolare il mio pensiero va ai pù piccoli, nella speranza che l'esempio di Luca resti vivo in tutti quei bimbi che verranno a giocare in questo giardino".
Presente anche il collega di Luca Di Pietra, Massimo Banci: "Luca era un supercarabinieri, professionale, preparato e dedito al suo mestiere. Il classico collega che ogni militare vorrebbe al proprio fianco. La giornata di oggi, a un anno da quel tragico incidente, rappresenta per me una sorta di compleanno perché io quel 29 settembre 2014 restai in fin di vita: è come se fossi rinato, come se stessi vivendo una seconda vita. Ora il mio pensiero va alla divisa, non vedo l'ora di tornare in servizio, ma l'ultima parola spetta ai medici. Io oggi sento di essermi ripreso al 50 per cento".