“Secondo me, a Piacenza, proprio non si rendono conto di quale spettacolo abbiano comprato”. Ce ne accorgeremo, perché quello che sta per sbarcare in città, nell’ambito del tradizionale premio Anmil 2015 dell’Associazione Nazionale dei Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, sarà un monologo che certo non farà sconti. Come suo solito, verrebbe da aggiungere. Neppure a Papa Bergoglio, protagonista, suo malgrado, di “Liberaci dal bene”, nuovo sforzo creativo di Giorgio Montanini, che andrà in scena domani, venerdì 25 settembre a partire dalle 21 nella sala dei Teatini.
Sì, perché l’attore e comico marchigiano è in realtà l’unico che è stato in grado di far emergere la stand up comedy dai fumosi club di provincia, nei quali di solito si è sempre svolta in Italia.
Un’attività carbonara che, con lui, da qualche anno è esplosa anche sul piccolo schermo in tutta la sua dirompente dissacrazione del potere e dei luoghi comuni. In vista di questo evento, ci ha gentilmente concesso una intervista nella quale, come comprensibile, non ha risparmiato bordate a destra e a manca: da Brignano (paragonato a Padre Pio), passando per Renzi, fino ad arrivare a Bersani e alla nostra città di cardinali: “Dalle mie parti abbiamo avuto un Papa, Piacenza ci fa ridere al confronto”.
Arrivi dopo molte richieste da parte dei tuoi estimatori di vedere uno dei tuoi spettacoli al Nord. E proprio perché ci si aspetta qualcosa di speciale hai pensato bene di parlare di Papa Bergoglio. Una scelta lieve, come tuo solito?
“Lo spettacolo è così da Palermo e fino al profondo Nord. Solo che d’estate da voi il clima si presta meno a spettacoli all’aperto. Faccio molte serate anche da voi, solo che è vero, mi dicono: ma non vieni mai? Vengo e a Piacenza parlerò di Bergoglio come nel resto d’Italia”.
La nostra città, però, si vanta di aver espresso cardinali e santi e dove la Diocesi è molto influente. Nessuna paura di urtare la sensibilità di qualcuno?
“Io vengo da una Regione che ha avuto Papa Sisto V, che è di Grottammare (Ascoli Piceno), venti chilometri da casa mia. Per cui, per noi che abbiamo avuto un Papa ci fa ridere Piacenza che ha avuto un cardinale”.
Sulla tua comicità corrosiva è già stato scritto molto. E hai spiegato che per te un comico non ha altra alternativa che se non quella di una satira sempre controcorrente, contro il potere e che distrugge i luoghi comuni. Ma quanti, oltre a te, vedi intraprendere questa strada? Sicuramente non Brignano…
“Ormai Brignano è come il pomodoro, lo infiliamo dappertutto. Mi fa piacere parlarne, perché la gente pensa che io ce l’abbia con lui personalmente. Purtroppo questo è un paese in cui il gossip regna sovrano, anche in questioni politiche serissime. Quando parlo di Brignano è perché è il più famoso e pagato in questo momento. Per cui quando critico la comicità classica, nazional-popolare, è giusto che satiricamente parlando me la prenda con il più forte. Potrei parlare di Siani o di Checco Zalone, però Brignan rispetto agli altri è anche un borioso. Quindi quanto è bello prendersela con uno che pensa di essere il comico più bravo del mondo? Brignano non se ne abbia a male, anche se la prende sul personale. Anzi, è un simbolo per la comicità come Padre Pio. L’ho paragonato a Padre Pio, dovrebbe essere contento, no?”.
In Italia invece c’è qualcuno al quale ti ispiri? Che so, mi viene in mente Luttazzi.
“No, perché ha copiato tutti i testi comici dagli americani da cui mi ispiro. E’ sparito dalla circolazione per questo, anche se lui non lo ammette. Ero un grande fan di Luttazzi ma quando ho scoperto che copiava i monologhi ho avuto come la sensazione di quello che torna a casa e trova la moglie a letto con l’idraulico. Mi rifaccio alla tradizione della stand up comedy anglosassone, oppure ad esempi come Filippo Gardina, Francesco De Carlo, Pietro Sparacino e il gruppo di Satiriasi”.
Sono ormai celebri le tue invettive contro gli astemi, le cover band, i dopolavoristi dell’arte oppure quelli che dopo aver avuto un figlio si sentono più fighi. In Italia i temi per la stand up comedy non mancano mai?
“Certo che no, perché la mia satira, che credo sia moderna, non penso se la debba prendere con i vari Renzi e Berlusconi. I rifirementi politici che abbiamo adesso sono poca cosa. Non sono interessanti. Chi detiene il potere oggi è l’uomo medio: nei paesi occidentali, con una democrazia abbastanza completa dove la gente mangia, dorme, vota e c’è libertà di espressione, il mio spettacolo se la prende con questo buonismo d’accatto, questa ipocrisia dietro la quale ci rifugiamo. La più grande è stata quella di Charlie Hebdo, dove le persone si sono sperticate a scrivere sui social le frasi più struggenti sulla libertà di espressione. Ma in Italia c’è da 70 anni, purtroppo il problema è il suo mancato esercizio. Perché la gente, per il proprio tornaconto, dice quello che non pensa ma solo quello che gli conviene. E a volte neanche quello”.
Se non trovi interessanti Renzi o Berluisconi, non oso chiederti del politico più in vista prodotto da Piacenza, Pier Luigi Bersani…
“Poveraccio, però tra tutti veniva da una vecchia scuola politica. Per quanto fosse, tra gli ex Pci, l’ultima ruota del carro di quella tradizione, vale dieci Matteo Renzi. Solo che dal punto di vista mediatico è il nulla in confronto a un premier che passa il tempo a farsi selfie. Renzi è un giovanotto simpatico, che però non sa cosa sta facendo, non se ne rende conto. E’ un burattino in mano ad altre persone e mi rifiuto di pensare che sia il presidente del consiglio di questo paese. Non ci credo che possiamo essere caduti così in basso”.
Intanto ti aspettiamo domani alla Sala dei Teatini per il premio Anmil. Ma sicuro che un piccolo dubbio nel frattempo non sia venuto anche a te, se hai scritto su Facebook: “Secondo me, a Piacenza, proprio non si rendono conto di quale spettacolo abbiano comprato”.
“Quella è una provocazione, perché a volte alcuni che mi chiamano si basano solo su quelle tre puntate di Nemico Pubblico che hanno visto o la copertina di Ballarò. In realtà il live è la mia vera forma di libertà. In tv comanda l’editore, ma qui comando io. E devono sapere che hanno preso il meglio o il peggio di Giorgio Montanini”.
BIOGRAFIA DI GIORGIO MONTANINI – Rappresentante della stand up comedy in Italia, Montanini ha debuttato a teatro nel 2004 con Edipo re di Sofocle, per la regia di Franco Branciaroli. Successivamente ha ottenuto dei piccoli ruoli televisivi prendendo parte alle fiction Questa è la mia terra 2 e Liberi di giocare.
Nel 2008 è entrato a far parte del gruppo Satiriasi – L’officina della satira, fondato da Filippo Giardina, uno fra i primi esperimenti italiani di stand up comedy. Nel 2011 ha portato in scena il primo spettacolo scritto da lui, Nibiru, al quale ha fatto seguito l’anno successivo Un uomo qualunque. E’ tornato in televisione nel 2013, prendendo parte alla trasmissione televisiva Aggratis su Rai 2.
Nel 2014 ha condotto su Rai 3 Nemico pubblico, trasmissione da lui scritta e condotta con l’ausilio del gruppo Satiriasi. La trasmissione alterna i monologhi di stand up comedy (tenuti in un vero e proprio club sullo stile anglosassone) a delle candid camera girate per le vie della capitale. Contemporaneamente sul canale Comedy Central di Sky è andato in onda, insieme a tutto il gruppo Satiriasi, con la trasmissione comico-satirica, priva di censura, Stand Up Comedy. Il programma è stato riconfermato per una seconda edizione nel 2015. Sempre su Rai 3, nello stesso periodo si è occupato di curare la copertina satirica del talk show Ballarò, in sostituzione di Maurizio Crozza.