Cortemaggiore patrimonio dell'Unesco? L'idea potrebbe apparire come una boutade estiva e invece sono anni che nel paese magiostrino c'è una persona che si batte per realizzare questo sogno. Si chiama Gianni Marieschi e, insieme al circolo culturale che presiede, “La Ginestra”, è tornato a lanciare la proposta, per la quale vorrebbe radunare intorno alla sua associazione molte realtà culturali, artistiche, istituzionali ed economiche ma anche semplici cittadini. Secondo Marieschi, infatti, lo schema urbanistico di Cortemaggiore, con i suo tipici e suggestivi portici, sarebbe stato il primo ad essere realizzato e nel tempo è diventato un esempio per molte altre realtà urbane, anche in giro per il mondo. E per avvalorare la sua tesi, da qualche tempo, ha redatto degli studi che ha voluto condensare nella lettera che vi proponiamo di seguito.
LA LETTERA DI GIANNI MARIESCHI – Cortemaggiore patrimonio dell'Unesco, un'utopia che si è fatta realtà
"Anni fa, mentre con alcuni amici stavamo chiacchierando nella Piazza antistante la Collegiata, cominciò a piovere e, per continuare a parlare, ci spostammo istintivamente sotto al portico adiacente. Una cosa che avremo fatto con noncuranza migliaia di altre volte. Con noi c'era una signora di Fidenza che ci fece notare quanto i Portici fossero utili, in caso di necessità, e quanto fosse bello poter continuare a parlare in tranquillità. Ci disse che veniva sempre a Cortemaggiore per curiosare nel Mercatino dell'Antiquariato ma, sopratutto, per ammirare e godere le sue straordinarie bellezze. Aggiunse, non senza un poco d'invidia, che le sembrava non avessimo coscienza di quale tesoro fossimo in possesso e di quanto fossimo incapaci di valorizzarlo. Il petrolio, che vi ha dato lustro per poco tempo, disse, di fronte a tanta inesauribile ricchezza, è un'inezia. Partendo dai Portici si accese improvvisamente una luce sul nostro passato e sulle nostre tante bellezze. I suoi Portici, i suoi palazzi, le sue chiese ingioiellate di opere d'arte, le sue piazze, la sua Rocca, come tutta la geometrica struttura urbanistica, non erano stati costruiti a caso: qualcuno l'aveva sognata, voluta e progettata proprio così, a misura d'uomo, completamente nuova e animata dal nuovo Spirito dell'Umanesimo Rinascimentale. Quando Cortemaggiore è stata fondata (1479)era un momento storico magico, il cambiamento culturale forse più forte dell'Umanità: tutto era in discussione e in cambiamento. Finiva il medio-evo con le sue luci e le tante ombre, la scienza stava con fatica e sofferenze conquistando il suo giusto posto con la "Rivoluzione Copernicana"e mettendo alle corde la disastrosa Teocrazia Inquisitiva con l'affermarsi della libertà di pensiero e la coscienza critica, nuovi confini geografici (la scoperta del Nuovo Mondo con Cristoforo Colombo) nuovi orizzonti delle arti e dell'artigianato, nuove vie dei commerci forieri di scambi d'ogni natura, la Terra era rotonda e girava intorno al sole…. Nuovo Spirito, nuovi uomini, nuovi grandissimi Artisti( Ariosto, Bembo, Michelangelo, Copernico, Ignatio di Loyola, Leonardo, Machiavelli, Raffaello, Antonello da Messina, Bramante, Pico della Mirandola ecc..) e Cortemaggiore, di gran lunga il primo agglomerato urbano al mondo ad essere progettato ex-novo con quello spirito(come lo dimostra chiaramente la seria ricerca di una tesi di laurea..), era stato concepito nelle loro menti e nelle loro anime. Cortemaggiore allora era ben poca cosa; faceva parte, con Bargone, del feudo di Busseto dove, dopo la morte del Marchese Rolando I Pallavicino detto il Magnifico, regnavano i due fratelli Lodovico I e Pallavicino II. Per risolvere dissapori vari e i continui litigi fra di loro intervenne il Duca di Milano Francesco Sforza che assegnò Busseto a Pallavicino II e Cortemaggiore con Bargone e 10.000 ducati d'oro a Gian Lodovico I. Nello stesso tempo il Duca di Milano inviò a Cortemaggiore l'arch. Maffeo da Como che, con le idee del grande umanista Leon Battista Alberti, in sintonia con le nuove idee urbanistiche, ne progettasse e seguisse la costruzione insieme all'Arch. Manzi di Piacenza. Era un tempo di magnificenza ricercata e voluta(Firenze, i Medici, Lorenzo il Magnifico, Milano, gli Sforza ecc..), delle Utopie e delle Città Ideali. Ma Cortemaggiore, nuova Capitale feudale, non rimase un'astratta idea utopistica: sotto la spinta straordinaria dei Pallavicino e sopratutto dall'illuminata scelta e gestione di Rolando II, uomo di umanissima umanità, coadiuvato dalla sua amatissima moglie Laura Caterina Landi, si concretizzò sia strutturalmente che umanamente con idee innovative in ogni campo che realizzarono un ventennio di prosperità e serenità eccezionali. Non per nulla il Prof. Giovanni Ferrari, il più fine studioso della storia di Cortemaggiore, lo definisce con il sapore affascinante di una favola. Da queste e più approfondite considerazioni, lungi da me campanilismi di ogni sorta, mi è nato il prorompente desiderio di proporre Cortemaggiore e le Terre Pallavicine come "Patrimoni dell'Umanità"; ne hanno le caratteristiche e rispondono almeno a due dei parametri richiesti dall'Unesco per poter essere presi in seria considerazione. Ma al di là della notorietà che si potrebbe acquisire con questo riconoscimento, ci sono anche altre ragioni, non meno importanti, per avviare questo benefico processo. Ci potrebbe aiutare a riscoprire e a riavviare un Nuovo Rinascimento che possa illuminare e dare il via a nuove speranze, a nuovi impegni, a una nuova cultura per costruire una Città dell'Uomo e per l'Uomo adeguato ai nostri tempi. In questo buio momento storico di paure e sofferenze, ne abbiamo immensamente bisogno come abbiamo bisogno di ritrovare quel sentimento che ho accennato all'inizio, la gratitudine, che in questo caso vorrei esprimere, in primis, ai Pallavicino, coloro che ci hanno voluto donare tanta gratuita magnificenza e che potremmo, con meno insipienza e superficialità, valorizzare e godere molto meglio, come suggeriva quella signora di Fidenza(!). La gratitudine, in tempi d'individualismo chiuso, non gode di particolari attenzioni e favori. Nel nostro quotidiano c'è tanta prepotenza e orgogliosa presunzione di non dovere nulla a nessuno. Nemmeno a nostra madre e a nostro padre che spesso confiniamo in semplici e asettici ricordi. Ma di chiusure si muore mentre la vita passa necessariamente attraverso e solo nella relazione fra tu e l'altro, fra l'io e il noi, e la gratitudine, che ne esplicita la ri-conoscenza, ne è l'anello di congiunzione come lo è anche fra il passato e il presente, unica via seria per aiutarci a progettare il nostro futuro.
Un sogno? Un sogno come quello di Margherita (nel Maestro e Margherita di Bulgakov) che pur in una situazione desolata e soffocante che sembrava dominata da un sistema per resistere nell'eternità, vede spalancarsi una porta e apparirvi lontano un vecchio con barba e capelli lunghi che con la mano la chiama e lei, correndo verso di lui sulle zolle, si sveglia. "Ci credo" sussurrò allora Margherita. "Ci credo, qualcosa accadrà!". Accadde veramente. Ci posso credere anch'io, ci possiamo credere tutti.
ps: devo ringraziare Egidio Bandini, un grande innamorato di Cortemaggiore che con e le sue approfondite conoscenze e il suo entusiasmo mi ha stimolato fortemente a osare di proporre Cortemaggiore e le Terre Pallavicine come "Patrimoni dell'Umanità". Alcune persone e Associazioni mi hanno già dato il loro benevolo assenso. Spero sia possibile convocare al più presto una riunione per formare un eventuale Comitato il più possibile allargato che studi le migliori strategie per poter essere ammessi dall'Unesco ai Patrimoni dell'Umanità".