Bitumificio, comitato per il No: “Domani assemblea pubblica, ma hanno deciso”

Si torna a parlare del bitumificio in riva al Trebbia. L'impianto, che negli ultimi  mesi era stato spesso sotto le luci dei riflettori, aveva suscitato una rivolta da parte dei cittadini contro l'amministrazione di Gossolengo, presieduta dal sindaco Angelo Ghillani.  Secondo il Comitato No al Bitume SI' al Parco del Trebbia sarebbe anche collegata un'altro impianto, la Cava di Molinazzo, dove si otterrebbe la materia prima  per il bitumificio.  Per parlare di questo è stata indetta dal sindaco un'assemblea pubblica nella giornata di domani, 24 luglio, alle ore 21, presso la palestra Comunale.

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"Da questa assemblea non ci aspettiamo niente di buono" dice Stefania Massari, portavoce del comitato "in quanto temo che le decisioni siano già state prese". "Invitiamo tutti i cittadini a partecipare, anche se il nostro rammarico  è che sia stata fissata a luglio, quando tutti sono in vacanza, e di venerdì sera, quando magari anche i pochi rimasti a casa hanno deciso di partire per le vacanze, limitando ancora di più il diritto dei cittadini a partecipare a un evento che per noi è molto importante". Una scelta che impatterà sulla vita dei cittadini per i prossimi venti o tent'anni, secondo il comitato. Comitato che, però, non si è fermato alla semplice critica ma, tramite un legale, ha inviato una diffida a Ghillani, la quale intimava il sindaco di non autorizzare la Cava del Molinazzo. Infatti, questa, essendo probabilmente collegata al bitumificio, spiega Massari,  dovrebbe essere sottoposta alla via cumulativa, per analizzare l'impatto che questa e gli altri impianti presenti sul territorio avrebbero sull'ambiente.

Massari, infine, attacca "Dopo cinque o sei settimane molte delle piante che erano state  piantate all'inaugurazione del parco del Trebbia sono morte. Il parco non viene curato e se già dopo cinque settimane è in questo stato, noi ci chiediamo tra qualche anno cosa succederà. Si continua a dire che bisogna puntare allo sviluppo turistico, ma se lo sviluppo turistico è fare un bitumificio e abbandonare il parco, non abbiamo molte possibilità