Richieste di pena che vanno da un anno a 14 anni e 4 mesi di reclusione, per un totale di oltre 60 anni, per i componenti della cosiddetta gang del Grimaldello bulgaro, la banda di professionisti specializzati nei furti smantellata dai carabinieri al termine di una lunga e complessa indagine. Sono state formulate questa mattina (22 luglio) dal piemme Michela Versini al giudice Giuseppe Bersani nei confronti dei tredici imputati che avevano chiesto il rito abbreviato. L'operazione dei militari dell'Arma – che risale all'autunno scorso e che aveva permesso di scoprire i presunti responsabili di 21 colpi messi a segno in particolare in abitazioni – aveva portato a un totale di otto arresti e 19 denunce con capi d’accusa che vanno dall’associazione per delinquere, al furto aggravato, fino allo spaccio e alla ricettazione. In totale si tratta di trentanove capi d’imputazione. Ecco nel dettaglio le richieste: quella più alta è stata di 14 anni e 4 mesi (10 anni per i furti e 4 anni e 4 mesi per spaccio) per Giuseppe Battaglini; 8 anni e 8 mesi per Valeriano Beltrame; 8 anni e 4 mesi per Antonio Agnelotti; 3 anni e 6 mesi per Elisa Barnabo; 8 anni e 4 mesi per Cristian Febbrili; 4 anni per Pasquale Tortora; 3 anni e 4 mesi per Marisa Daveri; 2 anni e 8 mesi per Piero Gandolfi; 4 anni per Davide Ciapparelli; un anno e 4 mesi per Odissea Zamparuti; un anno per Giorgio Briggi; 2 anni per Mirella Monteverdi. Chiesta invece l'assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di Gian Franco Alberti. Dalle indagini è emerso che l’organizzazione era studiata in modo quasi scientifico: c’era chi riceveva informazioni certe, chi progettava i furti studiando i sistemi di allarme e la location, alla fine le merce veniva passata immediatamente ai ricettatori. Oltre a Piacenza, alcuni episodi sono avvenuti in provincia di Lodi, Cremona e Pavia, dove sono state prese di mira alcune case di riposo. Dalle indagini è emerso anche che la gang metteva a segno solo colpi di una certa rilevanza; i furti erano studiati per portare via oro e contanti, puntando a grandi profitti, anche con la complicità della dipendente del compro oro, che sfruttava i dati e le informazioni dei clienti in suo possesso. Il 23 settembre la palla passerà alle difese.