Il mese di luglio ha fatto segnare una temperatura da record in Italia con valori delle minime superiori di 3,7 gradi alla media del periodo mentre le massime sono risultate di 2,9 gradi superiori. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea relativi agli scarti della prima decade di luglio rispetto alla media che evidenziano peraltro un deficit di precipitazioni del 96%.
La situazione si aggrava a Piacenza dove, fanno sapere da Coldiretti Piacenza, secondo gli esperti di Meteovalnure.it, il mese di luglio viaggia con 4 gradi in più per le massime, e 3,5 gradi in più per le minime rispetto alla media del periodo. Grave anche il deficit di precipitazioni che nella nostra provincia è del 100%, in pratica non è mai piovuto; la situazione può definirsi straordinaria, commentano, non tanto per i picchi di temperatura quanto per la durata di questo “dominio anticiclonico”.
“Con una media di 34 gradi per le massime ed una media 22,8 gradi per le minime, commenta il presidente di Coldiretti Piacenza, Marco Crotti, ci accingiamo ad affrontare parecchi problemi in campo. Il clima asciutto ha consentito una positiva raccolta di grano e aglio ma comprometterà le produzioni di pomodoro, che vedranno senz’altro una diminuzione delle rese medie per ettaro anche se non sappiamo ancora di che entità, e di mais, con il sensibile aumento dei costi di produzione dovuti all’irrigazione per entrambe le colture.”
“L’andamento climatico, fa sapere Filippo Arata, presidente di Ainpo, sta mettendo in stress la pianta del pomodoro. Da un lato infatti le temperature superiori a 34°, stanno bloccando, sugli impianti precoci, lo sviluppo vegetativo della bacche che dunque rimangono penalizzate sul fronte del peso volumetrico, dall’altro sugli impianti tardivi si verificano allegagioni solo parziali con aborti floreali.”
Gli sforzi per garantire il quantitativo di acqua necessario per l’irrigazione sono stai messi in campo dal Consorzio di Bonifica di Piacenza, nei bacini di Arda, Tidone, Trebbia e Basso Piacentino con l’attivazione degli impianti di sollevamento ed il rilascio dalle dighe. In Val Trebbia le temperature molto elevate rispetto agli anni scorsi hanno anticipato la data di richiesta delle acque dal Brugneto. Nel basso piacentino le temperature molto elevate intensificano inoltre la proliferazione di alghe che rendono necessarie manutenzioni alle reti ed agli impianti sia consortili che delle aziende agricole con alcuni fermi intermittenti delle attività irrigue. Preoccupazione inoltre per l’area del Nure dove non sono presenti invasi e l’assenza di precipitazioni rende molto difficoltosa l’irrigazione ed il rispetto del deflusso minimo vitale.
Anche Claudio Maschi, responsabile della commissione ambiente e territorio di Coldiretti Piacenza, esprime forte preoccupazione per la situazione della Val Nure dove, “di questo passo, spiega, oltre al rischio di non avere acqua a sufficienza per un discreto completamento del ciclo produttivo delle coltivazioni, ci aspettiamo costi aggiuntivi a carico dei produttori dovuti all’utilizzo di maggiore gasolio agricolo per irrigare con addirittura la prospettiva che vi sia la necessità di chiedere straordinariamente assegnazioni aggiuntive dello stesso.”