Rdb, l’Oman “salva” 45 lavoratori su 400. I dipendenti pronti all’occupazione

 E’ drammatica la situazione in cui versa la Rdb, storica azienda piacentina che dopo aver trovato un acquirente ora teme per i fortissimi tagli che il nuovo soggetto ha proposto. Dei circa 400 lavoratori, infatti, ne potrebbero rimanere solo 45. Un ridimensionamento previsto da Project Investment Holding, riconducibile a un fondo sovrano dello Stato dell’Oman. Sul piede di guerra i sindacati, che potrebbero far saltare l’accordo, che dovrà chiudersi entro il 31 luglio. 

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Ieri il primo incontro con i rappresentanti del fondo sovrano, nella sede di via dell’Edilizia a Pontenure, che è stato utile per delineare la proposta. Solo 45 i lavoratori che verrebbero assorbiti, mentre gli altri rimarrebbero a casa. Dei 400, comunque, la metà già non lavora da tempo (sono tutti in cassa integrazione) perché dipendente di stabilimenti chiusi. Rimangono comunque 200 le persone in attività in quattro stabilimenti, due dei quali – sempre secondo il progetto del fondo arabo – dovrebbero essere chiusi. 

A salvarsi, a quanto pare, solo la sede di Pontenure, che potrebbe diventare un centro di formazione e sviluppo e anche Valmontana di Monticelli. Il clima comunque si fa sempre più teso. A Tortoreto, nel sito in provincia di Teramo, i lavoratori in questi giorni si sono opposti fisicamente ai mezzi arrivati per portare trasferire le materie prime utilizzate per la produzione e si sono detti pronti a occupare la fabbrica. 

Delusione, per ora, è stata espressa dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, che speravano almeno di poter salvaguardare 60 lavoratori. La sensazione, comunque, è che l’acquirente voglia rilevare il marchio e portarlo all’estero. Il 31 luglio, però, scade l’esercizio provvisorio e una soluzione, volenti o nolenti, dovrà essere trovata.