“Frocio di m”, scoppia la rissa. La vittima: scuola e famiglia alimentano odio

Forse un commento fuori luogo di troppo uscito da una bocca già impastata per l’alcol ingerito. Ed ecco che sulla festa si scatena la rissa: volano calci, pugni e insulti fino a quando gli organizzatori riescono a dividere i protagonisti e riportare la calma. Nessun ferito grave, per fortuna, e niente di più, all’apparenza, che una zuffa con protagonisti alcuni giovani alticci. Sarebbe tutto finito lì, se non fosse che quel commento sgraziato e offensivo sarebbe stato proferito all’indirizzo di un giovane omosessuale che, l’altra sera, si trovava alla festa con alcuni amici in una località della Valtrebbia per rilassarsi e ascoltare buona musica. Davide Bombini dell’Arcigay di Piacenza racconta e scrive quanto accaduto. “Verso fine serata io e alcuni amici siamo seduti con dei ragazzi. Un ventenne di fianco a me, appena capito il mio orientamento sessuale inizia a ricoprirmi di insulti. "Frocio di m., voi froci mi fate schifo, dovete morire, vattene". 
Io gli rispondo ironicamente, mentre un mio amico non la prende allo stesso modo. Inizia una discussione tra i due. Alzano la voce e si avvicina un amico del ventenne, che mi spinge a terra e tenta di colpirmi. Si avvicinano altri due ragazzi a noi, ne segue un tentativo di pestaggio al quale nessuno di noi risponde, al grido di "vattene, frocio di merda" vengo bersagliato da tre ragazzi. In pochi minuti ci allontaniamo e gli aggressori si ritirano verso gli stand della festa. Restiamo nel parcheggio per un'oretta mentre alcuni ragazzi dello staff vengono a scusarsi con noi. Raccogliamo qualche informazione e torniamo a casa”. Prosegue Bombini: “Come attivista e come persona impegnata non posso sottrarmi dall'intraprendere le azioni necessarie. L'odio e l'ignoranza sono prodotti della inadeguata azione educativa delle famiglie e delle scuole. E ancora dobbiamo assistere a raduni come il family day che giustificano e fomentano la discriminazione, impedendo azioni di informazione e formazione sulle tematiche LGBT. Non sono più disposto a tollerare. Con buona pace di chi vuole buonisticamente cercare un dialogo con gli integralisti cattolici e i criptofascisti di questo paese”.

Radio Sound

IL COMUNICATO DELL'ARCIGAY

Un consigliere di Arcigay Piacenza L.'A.T.OMO., Davide Bombini, ci ha riferito che nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 luglio 2015 sì è consumato, nella provincia di Piacenza, un atto di omofobia nei suoi confronti. Davide si trovava con alcuni amici al festival Orzorock, che ospita concerti rock dal 1994 a Gragnano Trebbiense. Sul finale di serata si era seduto a chiacchierare con amici e con alcuni giovani del posto. Uno di questi, appreso l'orientamento sessuale del nostro consigliere,  si sarebbe lasciato andare a frasi ingiuriose nei suoi confronti, come "fr*cio di mer*a", "dovete morire tutti", "vi odio a voi fr*ci", "vattene da casa mia". A quel punto Davide avrebbe cercato di rispondere in maniera ironica, per smorzare i toni, a differenza di un suo amico che  avrebbe manifestato tutto il suo sdegno per le frasi omofobe. A quel punto sarebbe nata un'animata discussione, che avrebbe coinvolto altri amici del giovane gragnanese: uno di questi avrebbe spinto a terra Davide, dopodichè l'aggressione da verbale si sarebbe trasformata in fisica. In pochi istanti 4 o 5 ragazzi avrebbero provato a colpire a calci e pugni Davide e i suoi amici che, dal canto loro, non avrebbero risposto alla violenza con la violenza. Dopo alcuni minuti gli aggressori si sarebbero ritirati e fortunatamente non ci sarebbero stati feriti.
Arcigay L.'A.T.Omo esprime la propria vicinanza a Davide e il proprio rammarico per quanto accaduto, condannando l'aggressione. Chiediamo alle amministrazioni di Piacenza, della provincia di Piacenza e del Comune di Gragnano di esprimersi sull'accaduto e di valutare l'ipotesi di cercare degli strumenti che possano essere utilizzati per sensibilizzare al rispetto delle persone, a prescindere dal sesso, dell'orientamento sessuale, di genere e identità di genere.   Rinnoviamo il nostro invito affinché vengano intraprese azioni per scoraggiare il fenomeno di atti omofobici, transfobici e discriminatori nel nostro territorio, e soprattutto invitiamo chi abbia subito atti di questa natura a rivolgersi a noi e alle autorità, senza temere di rimanere isolati.
La situazione di odio verso le persone omosessuali, bisessuali e transgender  nel piacentino è anche  il frutto di decenni di colpevole silenzio di chi avrebbe la responsabilità di educare e formare le persone al rispetto della diversità. Non possiamo cedere alla violenza, non possiamo lasciare le persone sole di fronte all'ignoranza e al pregiudizio, e non possiamo  sorvolare sul fatto che le famiglie e le scuole dovrebbero essere dotate di strumenti efficaci per educare ragazzi e adulti al rispetto per il prossimo e condannare la violenza omofoba (e non solo). 
L'odio verso chi è "diverso" da sé, che si tratti di orientamento sessuale come di provenienza geografica o colore della pelle, è sicuramente la manifestazione di un disagio personale dovuto all'abbandono da parte della società e delle istituzioni, che hanno il dovere di sopperire a tale mancanza. 
Piacenza non è omofoba, non è razzista e non è indifferente. Costruiamo insieme una nuova cultura del rispetto.