Si chiama 'Kronos' il nuovo museo della Cattedrale inaugurato nel tardo pomeriggio di oggi (venerdì 3 luglio), vigilia della festa del patrono Sant'Antonino, alla presenza del vescovo di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio.
E proprio nel tempo – dal Medioevo ad oggi – é il viaggio che é reso possibile da una quarantina di preziose opere d'arte che – in parte a rotazione – meritavano di diventare accessibili a tutti non solo per il loro valore, ma anche perché raccontano secoli di fede cristiana a Piacenza.
Il vescovo Ambrosio ha citato Sant'Agostino, che sosteneva che i due grandi libri che esistono sono quelli della Rivelazione e quello della Creazione: "Questo museo é un piccolo libro che apriamo oggi; parla di noi e racconta la nostra storia, in collegamento a Rivelazione e Creazione ma con opere che sono nostre. Potremo continuare a scrivere ulteriori pagine culturali, storiche, artistiche e religiose".
Monsignor Carlo Tarli, presidente del capitolo dei canonici, ha ricordato che oggi si completa un cammino iniziato da tanti anni: "Dal 2000 si desiderava esporre gli arredi della Cattedrale, ma non é stato facile: bisogna dir grazie all'aiuto della Diocesi e dell'Ufficio beni culturali. Nel museo vedremo opere preziose perché la fede é preziosa, libera le migliori forze e rende creativi. Quesito museo é catechesi: spiega quanto sia stata importante la fede per chi ci ha preceduto".
Il prefetto Palombi ha espresso il massimo apprezzamento per il museo, mentre il sindaco Dosi ha si é detto grato verso chi ha contribuito a suggellare un percorso partito da lontano: "I costruttori di cattedrali, del resto, a volte non riuscivano a vedere la fine delle opere che cominciavano: é questo, però, lo spirito della fede popolare. Come sindaco sono felice perché oggi si accresce il patrimonio museale della città".
Elogiato anche lo spirito di collaborazione con la Fondazione, per di più nell'anno di Expo: "Al di là dei giudizi che si daranno alla fine, c'è una mobilitazione che mostra anche voglia di collaborare in sinergia".
Il presidente della Fondazione, Massimo Toscani, ha ammesso la sua emozione per la presenza del suo vecchio insegnante di liceo che aveva accompagnato la classe di allora in Duomo: "A distanza di anni ci sono rimasti ricordi importanti di ciò che siamo". Luciano Gobbi, presidente della Banca di Piacenza, ha espresso gioia per la conclusione di un percorso "a cui tanti si sono dedicati: é un nuovo anello per chi verrà dopo di noi: se chi ci ha preceduto é riuscito a creare quello che vedremo nel museo, perché – se lo chiedeva proprio Sant'Agostino – non dovremmo provare a fare qualcosa di straordinario anche noi?".
Il direttore del museo Manuel Ferrari ha ricordato come un primo museo – con il vescovo Menzani – fu voluto nel 1930 su indicazioni del 1924 della Santa Sede, ma che negli anni '70 per vari lavori fu in buona parte smantellato: "Con il nuovo museo avremo un museo ecclesiastico finalmente accessibile a tutti, con pezzi noti anche a livello internazionale".
Al museo – frutto anche della complessa raccolta del patrimonio della diocesi – si accede dalla cripta della Cattedrale, per poi passare nella sagrestia inferiore ed accedere nei locali espositivi veri e propri fino all'uscita che darà su via Prevostura. Di 250 mq, il museo conterrà a rotazione una quarantina di opere d'arte, oggetti di valore e paramenti di notevole pregio, in alcuni casi decisamente preziosi.
La sistemazione degli ambienti é pressoché definitiva, ma i pezzi ruoteranno nel tempo per far vedere tutto il patrimonio: le opere saranno disposte per nuclei tematici e in un ordine cronologico legato anche alla storia della Cattedrale: si tratta, insomma, di un vero e proprio viaggio dal Medioevo ad oggi, con pannelli e didascalie, fino alla dark room per i filmati e al bookshop.