"Assolta perché il fatto non costituisce reato". La miglior novella possibile per il medico legale piacentino che di nome fa proprio Novella D'Agostini, sotto accusa da un anno e mezzo per abuso d'ufficio. Questa mattina i giudici piacentini del collegio presieduto dal presidente del Tribunale Italo Ghitti hanno accolto la tesi della difesa, rappresentata dall'avvocato Simone Marconi del Foro di Milano, e respinto quella del pm Michela Versini che aveva chiesto 20 mesi di reclusione.
Le accuse di cui doveva rispondere la professionista piacentina, già nota per aver lavorato come consulente della stessa Procura della Repubblica in numerosissimi casi, riguardavano alcuni certificati di morte per i quali la stessa professionista avrebbe chiesto un compenso che secondo la pubblica accusa non era dovuto in base alle norme di polizia mortuaria.
Opposta la tesi dell'imputata che si è sempre dichiarata innocente e che, a riprova della sua buona fede, ha sempre regolarmente fatturato ogni prestazione. Comprese quelle "incriminate". E non si fattura di certo una prestazione per la quale esiste il dubbio che possa essere "fuori legge". Sulla mancanza di dolo, dunque, c'erano pochi dubbi anche a processo in corso. E ciò nonostante la testimonianza, particolarmente dura, di un collega della stessa imputata, il medico legale Edmondo Pea, che aveva sparato a zero contro la D'Agostini sostenendo che la sua condotta fosse palesemente illecita. I giudici però la pensano diversamente: assoluzione piena.
"Sono molto felice – ha dichiarato a caldo Novella D'Agostini – perché questa sentenza mi dà la possibilità di credere di nuovo nella giustizia. Io non sono una delinquente, non la sono mai stata e il Tribunale ha creduto in me".