La Grecia è sull'orlo del baratro, oggi restano chiuse le banche e la Borsa di Atene, mentre i bancomat potranno emettere un massimo di 60 euro a persona. Lo ha annunciato il premier greco Tsipras dopo che la Bce ha deciso di non concedere ulteriore liquidità. Una situazione critica che abbiamo voluto conoscere da vicino contattando Luca Cristalli, 22enne piacentino che si trova ad Atene dallo scorso settembre per il progetto universitario Erasmus.
Che clima si respira in Grecia e soprattutto ad Atene, il cuore del Paese?
"Si percepisce molta preoccupazione tra la gente. Soprattutto le persone di mezza età, di 40-50 anni, vivono giorni di grande apprensione, preoccupazione e timori. Per quanto riguarda i giovani, invece, ciò che trapela è la rassegnazione: ormai non credono più di potersi costruire un futuro in Grecia e si preparano a emigrare, a cercare fortuna all'estero. Fortunatamente non si stanno verificando ancora scene di panico e tutto sommato i greci si sforzano di vivere normalmente, in maniera ordinata, comunque consapevoli della gravità del momento. Per ora dunque la situazione è sotto controllo, bisogna però aspettare l'esito del referendum di domenica prossima con il quale la popolazione deciderà se restare o meno nell'Unione Europea".
Ecco, a proposito del referendum: quale sentimento avverti tra le persone? I greci sono più stanchi di questa Europa o al contrario ripongono nell'Ue le ultime speranze?
"Molti greci con ogni probabilità voteranno 'Sì' alla permanenza nell'Unione Europea, ma più che altro per paura di quello che potrebbe accadere restando soli. Allo stesso tempo, infatti, tra la maggior parte delle persone regna la stanchezza, stanchezza per le pesanti misure applicate, per un'atteggiamento da parte dell'Unione Europea che secondo buona parte della popolazione ha aggravato una crisi già in atto".
E per quanto riguarda il premier Tsipras, qual'è l'atteggiamento nei suoi confronti da parte della popolazione che lo ha votato e che riponeva in lui grandi speranze?
"I suoi sostenitori sono sconsolati dal fatto che Tsipras abbia ottenuto 149 seggi quando invece, per raggiungere la maggioranza, avrebbe dovuto ottenenrne almeno 151: la Grecia, infatti, si basa su un sistema monocamerale con 300 deputati. Il fatto di avere questi due seggi in meno ha impedito a Tsipras di proseguire con le sole forze del suo partito Syriza e di avviare le manovre da lui ritenute necessarie. Fin dal primo giorno, dunque, è stato costretto ad allearsi con un partito di centrodestra e ciò ha deluso molti suoi elettori. A questi si aggiungono poi le molte persone che lo accusano di aver perso tempo prezioso in questi cinque mesi di governo. Una parte del consenso, però, Tsipras è riuscito a riconquistarla proprio grazie al referendum indetto per domenica prossima, una scelta gradita a molti cittadini che vedono in ciò la volontà di instaurare una vera democrazia in cui il popolo viene chiamato a esprimersi su temi così importanti".
Scendendo per le strade di Atene cosa si vede?
"Innanzitutto le lunghe file ai bancomat, file ordinate però: non si assiste a scene di caos o panico, la gente si rende conto della serietà del problema ma non si lascia andare all'esasperazione. Poi ovviamente è necessario specificare di quale parte di Atene si parla perché, come in tutte le grandi città, convivono situazioni contraddittorie: dai quartieri poveri e abitati da senzatetto, che con questa crisi sono aumentati di numero, alle zone più ricche e benestanti dove si trovano, per esempio, i negozi con le grandi firme. Poi esiste un quartiere quasi interamente frequentato da anarchici e frange della sinistra radicale, il quartiere da cui sono nate in passato le mobilitazioni più violente e dal quale si teme possano ancora nascere proteste soprattutto dopo il voto di domenica, qualsiasi sarà il risultato. Tornando alle file davanti ai bancomat mi preme sottolineare un aspetto in particolare: un turista che dovesse scegliere la Grecia come meta per le vacanze non avrà questo tipo di problema, dal momento che solo la gente del posto è costretta a ritirare un massimo di 60 euro, per i turisti invece non cambia nulla. Dire questo è importante perchè vengono quotidianamente raccontate dagli organi d'informazione situazioni 'disastrose' che contribuiscono solo a tenere lontani i potenziali visitatori".
Vengono raccontate cose non vere?
"E' il punto di vista che conta. La crisi viene imputata direttamente alla Grecia e questo corrisponde anche al vero. Però da qui a descrivere un Paese da terzo mondo, sempre sull'orlo della guerra civile…non è corretto e nemmeno utile a risolvere la situazione. Può essere che da qui a pochi anni la nazione si ritrovi davvero in queste condizioni, però ricordiamo che la Grecia resta tuttora uno Stato competitivo, anche dal punto di vista economico: per esempio possiede sempre il 75 per cento della flotta mercantile d'Europa. Aspetti tralasciati perchè in ambito mediatico, purtroppo, nei momenti difficili si preferisce mettere in secondo piano i pregi a favore dei difetti. Ma la verità è che chi viene in Grecia, anche oggi, trova una terra moderna e avanzata, una terra che ha ancora tanto da offrire. Se poi il Paese sprofonderà nel baratro allora cambierà tutto, ma per ora, anche in questi difficilissimi giorni, chi dovesse visitare la Grecia è ancora in tempo per apprezzare gli aspetti positivi di questo Paese".