Azzardopatia, il male oscuro dei nostri tempi che cresce, giorno dopo giorno, aiutato dalla crisi e dalla falsa illusione che con una fortunata quanto improbabile vincita al gioco si possa risolvere ogni problema. Poi, i problemi, in realtà diventano sempre di più e ci si accorge che quella soluzione cercata per risolvere i guai é essa stessa il problema.
Di azzardopatia si è parlato nel pomeriggio di oggi, 27 giugno, all' Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nel corso di un convegno, organizzato da SVEP e intitolato "Dalla trappola alla rete", dalla trappola del gioco d' azzardo alla rete della solidarietà in cui, fortunatamente, ci si imbatte per uscirne fuori.
Nel corso dei lavori, il Dott. Maurizio Avanzi, del SERT di Cortemaggiore ha illustrato i dati, inquietanti, dell' aumento esponenziale, dei malati di gioco d'azzardo in Provincia e in Regione.
Nel 2014 a Piacenza i malati di gioco d'azzardo erano 156, il numero più alto in Emilia-Romagna, oltre il doppio rispetto a Reggio Emilia con 77 unità e circa cinque volte più di Imola o di Forlì, rispettivamente con 33 e 31 pazienti in cura.
A questi 156, la cui azzardopatia è "conclamata", si aggiungono i 28 pazienti in O&D, osservazione e diagnosi. La crescita, come dicevamo, è esponenziale, se si pensa che nel 2010 i malati di azzardo erano 68.
L' AUSL di Piacenza vuole far fronte a questa escalation con l'apertura di piú punti ambulatoriali sul territorio. Al momento il "centro di riferimento" per i malati di gioco è il SERT di Cortemaggiore.
Nel corso del pomeriggio, l'attore e regista Filippo Arcelloni ha messo in scena uno stralcio dello spettacolo "Il circo delle illusioni" che tratta in modo ironico e feroce la tematica del gioco d'azzardo.
Nel corso della piece teatrale vengono chiamati 7 spettatori con cui si gioca fino a far perdere loro tutto, ovviamente solo per finta. Purtroppo la finzione si scontra con la dura realtà e, come dice lo stesso Arcelloni, non è raro che alla fine dello spettacolo qualche spettatore si avvicini per raccontare storie di vita vissuta con problemi di gioco d'azzardo.
Il convegno è stato anche un'occasione per premiare un locale piacentino, il Bar Dani, che è un bar "slot free".
"Io, mia sorella e mio padre, che gestiamo il bar – dice uno dei titolari, Filippo Ambrosini – non abbiamo mai preso in considerazione l'ipotesi di avere slot all'interno del nostro locale. Preferiamo andare avanti così".
Altro riconoscimento per essere un locale "slot free" è andato a "Pisarei e fa…blues", nei pressi di piazza Cavalli, dove si è svolto un aperitivo a conclusione del convegno.