Il giornalista Calabro’: “Il buon imprenditore deve avere uno sguardo eretico”

Innovazione e nuove sfide del mercato globale per l'industria piacentina. Questi i temi del convegno organizzato oggi a Palazzo Rota Pisaroni, in cui è stato illustrato lo studio del laboratorio sull'economia locale dell'università Cattolica di Piacenza in collaborazione con la Provincia, da cui emerge un quadro di grande redditività per le imprese che hanno deciso di investire massivamente in ricerca e sviluppo, come spiegato dalla ricercatrice Paola Graziano che ha analizzato un campione di 474 imprese nel piacentino.

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"Lo studio sintetizza i principali risultati in un ottica comparata a livello regionale. Per quanto riguarda la spesa in ricerca e sviluppo Piacenza non si posiziona benissimo, ma abbiamo cercato di focalizzarci sull'impatto che gli investimenti in ricerca hanno sulle imprese piacentine, soprattutto nel comparto metalmeccanico. E il risultato che ne ricaviamo e' che chi più spende in ricerca ha un ritorno in redditività e produttività maggiore del lavoro sia nell'ultimo anno che in ottica dinamica".

Presenti all'incontro anche alcuni tra i maggiori esponenti del mondo imprenditoriale piacentino, tra cui Antonio Cerciello di Nordmeccanica, Marco Livelli di Jobs e Luciano Groppalli dell'omonima azienda.

"Iniziai quando ero giovane come impiegato, partendo da un'azienda che lavorava per conto terzi – racconta Cerciello. Nell'84 ho creato la prima impresa di ingegneria in Venezuela. Ho visto il mondo del packaging crescere e poi ho portato nel '98 le mie conoscenze a Nordmeccanica per vendere le nostre macchine in Sud America. Ho investito dal 2002 fino al 10% in ricerca e sviluppo, seguendo la strada del rispetto dell'ambiente e delle norme sanitarie internazionali. Ho preso un'azienda che fatturava sette milioni di euro e l'ho portata a 112. Dal 7 al 10 di luglio la nostra sede ospiterà personalità internazionali di spicco che vedranno a vedere il nostro show room e la nostra tecnologia. Siamo piccoli ma ci comportiamo come una multinazionale. Il nostro obiettivo e' portare la nostra azienda a 200 milioni di euro nel 2020".

Da Gragnanino e' partita invece l'avventura di imprenditore di Luciano Groppalli: "La mia storia inizia nel 1977 come artigiano. Ho iniziato a produrre stampi e negli anni '90, stampi per caldaie. Grazie a questi prodotti per caldaie e' arrivato uno sviluppo significativo. Siamo stati i primi a presentare una curva con il raggio interno, piuttosto che ad angolo vivo. Poi e' arrivata la globalizzazione e abbiamo deciso di investire moltissimo nel processo produttivo. Oggi tra i nostri comperitor siamo gli unici rimasti a produrre in Europa a Gragnanino, quando gli altri hanno delocalizzato all'Est. Con la nostra filosofia di fabbrica locale abbiamo introdotto la logistica automatizzata al servizio della produzione. In 72 ore dall'ordine garantiamo la consegna in tutta Europa. Questo ci ha permesso di allontanare lo spauracchio della concorrenza cinese e di non avere nemmeno un solo cassaintegrato nonostante la crisi. Oggi abbiamo anche una stabilimento a Saragozza, uno in Turchia e due in Cina. Formiamo giovani in azienda e gli diamo poi la diretta responsabilità della governance delle nostre filiali all'estero. Il nostro intento e' sempre stato quello di creare le nostre forze dall'interno. Il prossimo traguardo per noi sarà l'America Latina. Ma l'origine rimane a Piacenza dove lavoriamo sull'innovazione.

Da dirigente a imprenditore, la favola della Jobs di Marco Livelli: "Prontezza nelle decisioni, responsabilità e valori. Senza queste caratteristiche non ci sarebbero buone imprese. Ho 56 anni, ho studiato economia e sono andato in Jobs occupandomi di finanza. Ho lavorato per multinazionali in America e poi sono tornato in Jobs. Nel 2000 l'imprenditore ha lasciato l'azienda che viene affidata a un gruppo di manager. Nel 2007 il gruppo dopo aver risanato l'azienda decide di uscire. A quel punto abbiamo trovato un socio russo che cercava un'azienda nel settore di macchine utensili per costruire aerei e abbiamo continuato a dirigere l'azienda. A quel punto si e' formata l'idea di aggregare produttori di macchine utensili che erano troppo piccoli per poter affrontare un mercato mondiale. Abbiamo visto poi la possibilità di affidarci a un socio asiatico per coprire il mercato cinese e l'abbiamo seguita. Viviamo in un mondo in cui quello che conta e' il mercato. E' un percorso obbligato. Bisogna avere coraggio a rischiare nella vita, anche nel proprio. Senza questo spirito e' molto difficile far funzionare un'azienda. Non si può risparmiare sui grandi investimenti, soprattutto in marketing e innovazione. E poi la squadra: va motivata e tutte le energie che si hanno vanno spese per gli altri".

Ospite d'onore al convegno il giornalista Antonio Calabro' che ha presentato il suo ultimo libro intitolato "La morale del tornio". "Ho scelto questo titolo perché volevo insistere sui valori dell'economia reale, del lavoro ben fatto, per rimettere al centro un'economia giusta come vuole Papa Francesco. La rapacità finanziaria ha determinato una crisi terribile di cui viviamo ancora le conseguenze drammatiche. Bisogna imparare poi a ritornare al valore della competizione che non e' l'etica del più forte, ma la riscoperta delle energie di buona collaborazione". E sull'innovazione aggiunge: "E' scoperta di qualcosa che ancora non c'è. Non si può pensare alcuna industria d'avanguardia che non faccia investimenti in ricerca. Ma serve anche uno sguardo critico, spiazzante ed eretico. Il gusto di solcare strade che non sono state ancora percorse".