“Piazzetta Piacenza è migliorabile e criticabile, ma non bisogna perdere un’opportunità unica”. E’ il pensiero, in estrema sintesi, del presidente di Confindustria, Emilio Bolzoni, che sulla questione non ha mancato poi di “bacchettare” le associazioni di categoria che si sono distaccate dal progetto, non assicurando il contributo promesso.
Parliamo dell’annuncio dei giorni scorsi dei vertici locali di Coldiretti, Unione commercianti e Unione degli artigiani di non voler più investire ulteriormente nel progetto di Piazzetta Piacenza ad Expo, rinunciando così al rilancio di ulteriori 45mila di euro totali in Ats (associazione temporanea di scopo).
“Noi partecipiamo con convinzione a questo progetto, rispettando gli impegni presi e pensiamo di continuare a farlo – ha detto Bolzoni – perché in un’operazione così importante la critica può essere fatta, ma da dentro e non da fuori. Visto che è la prima e l’ultima volta che ci capiterà di partecipare a un Expo da protagonisti”.
Una stoccata, neppure tanto velata, alle altre associazioni di categoria, che il numero uno degli industriali piacentini ha voluto chiarire: “E’ legittima qualche correzione, però per arrivare al massimo dell’efficacia della piazzetta. Credo che le critiche fossero legittime fino a qualche giorno fa, ma oggi sono stati fatti molti cambiamenti. E avendo a disposizione i fondi se ne potrebbero fare altre. Sarebbe quindi importante – ha aggiunto Bolzoni – che tutti rispettassero gli impegni presi per finanziare un progetto che difficilmente ci ricapiterà”.
Un Expo, effettivamente, non passerà a breve nei pressi di Piacenza com’è capitato in questa occasione nella location milanese. Per questo il presidente di Confindustria ha assicurato che l’impegno della sua associazione rimarrà immutato: “Non rinuncerei per nulla al mondo. Siamo dentro, crediamo sia giusto per i nostri associati e ci prendiamo la responsabilità di partecipare a questo progetto per farlo diventare il prima possibile efficace per la promozione del territorio. C’era la possibilità di versare un contributo normale o doppio. O 5mila euro all’anno, per tre anni, o 10 mila. Noi siamo nella seconda opzione, con 30mila euro e continueremo a versarli convintamente”.