Riscossione tributi, il Comune abbandona Equitalia. “Servizio che non rende”

"Occorre De-Equitalizzare la città". Il consigliere comunale della Lega Nord Massimo Polledri ne aveva fatto una battaglia politica qualche mese fa quando la società pubblica di riscossione tributi era finita nell'occhio del ciclone. E ora sembra che il Comune, sul fronte della riscossione dei tributi, abbia deciso di seguire il suo consiglio: con una delibera approvata in giunta, l'amministrazione comunale ha infatti scelto di abbandonare Equitalia; e così se il Consiglio comunale approverà la delibera, dal primo di luglio il servizio sarà affidato a un altro concessionario, persumibilmente l'Ica che già oggi per conto di Palazzo Mercanti si occupa della pubblicità e che tra i servizi erogati annovera appunto anche quello della riscossione tributi. Una delibera in un certo senso rivoluzionaria rispetto al passato che il Comune ha inteso adottare soprattutto in considerazione del fatto che tramite Equitalia la riscossione aveva finora fruttato risultati pessimi. Basti pensare che ogni anno i crediti vantati dal Comune nei confronti dei cittadini (tra multe, sanzioni, Imu, Ici, Tares e via discorrendo) ammontano a più di due milioni di euro e che la percentuale di riscossione oscilla tra il 5 e il 10%. In pratica l'ente riusciva a riscuotere poco o nulla a causa di una serie di limiti sulle verifiche che sono stati introdotti con la legge di Stabilità 2015. Ad esempio diventava operazione impossibile andare a riscuotere quelle cartelle esattoriali che Equitalia giudicava inesigibili e inoltre al Comune è impedita ogni operazione di verifica, e quindi di riscossione, sulle cartelle inferiori ai 300 euro, ovvero la maggioranza per un Comune. Con questa svolta il Comune di Piacenza conta di andare a riottenere fino all'ultimo centesimo tutti i soldi che gli spettano.  

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