Un tetto per chi non ha un riparo, dal cuore di due coniugi l’albergo sociale

Un edificio abbandonato a sé stesso, in condizioni critiche. Una coppia di pensionati piacentini che decide di ristrutturarlo con un’idea ben precisa e un progetto davvero speciale. Protagonisti i coniugi Paolo Groppelli e Silvana Marenghi. A proprie spese hanno rimesso a nuovo l’edificio situato in via Stradella ricavandone una sorta di albergo sociale, una struttura d’accoglienza che garantisce ospitalità a prezzi molto bassi a persone in difficoltà, ogni tipo di difficoltà.  Si va dalla persona sfrattata, al marito che dopo il divorzio non ha più un posto per dormire, al familiare costretto a raggiungere Piacenza per stare al fianco di una persona cara ricoverata nella nostra città. Groppelli e Marenghi spiegano che proprio quest’ultimo è il caso più frequente: “A Piacenza ci sono strutture sanitarie alle quali si rivolgono persone da tutto il mondo e spesso i familiari hanno necessità di un alloggio poco costoso e confortevole. Abbiamo poi ospitato anche persone che per un motivo o per l’altro si sono trovate in piena notte senza un posto dove dormire o dove ripararsi, padri “cacciati” da casa che avevano come unico riparo la propria auto”. Dal palazzo ristrutturato la coppia piacentina ha ricavato nove stanze, quattro delle quali sono state adibite proprio all’accoglienza: a fronte di una spesa esigua le persone che ricorrono a questo servizio si vedono garantito un posto letto, un bagno e un piatto caldo. Non solo: i coniugi garantiscono anche assistenza in caso di qualsiasi necessità. In alcuni casi di vera emergenza è capitato addirittura che gli stessi Paolo e Silvana si recassero a prendere di persona i “clienti”: “Una notte ci chiamò una madre alla quale avevano comunicato che la figlia era stata ricoverata d’urgenza a Piacenza e che a breve sarebbe stata operata. La donna ha raggiunto la nostra città in treno e una volta arrivata in stazione non sapeva come muoversi. Così siamo andati noi a prenderla e in auto l’abbiamo accompagnata in albergo”.

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Come nasce questa idea, come può venire in mente di spendere i risparmi di una vita per una struttura di certo poco remunerativa e condotta senza finanziamenti pubblici? In realtà la generosità è sempre stata nel DNA dei due coniugi: “Quando non c’era questa struttura ospitavamo a casa nostra persone in difficoltà che venivano anche dall’altra parte del mondo. Ingrandendoci abbiamo realizzato un sogno”.