Convivente picchiata e maltrattata per anni di fronte ai figli. Condannato

Maltrattamenti in famiglia, lesioni, stalking, violazione di domicilio. Queste le accuse nei confronti di un 43enne piacentino, difeso dall'avvocato Roberta Prampolini, che stamattina (10 giugno) è stato condannato dal gip Giuseppe Bersani a due anni e due mesi di reclusione (rito abbreviato) più il pagamento di una provvisionale di 25mila euro. Una escalation di episodi che affonda le origini nel 2002 e che ha visto come vittima l'ex convivente. Nel corso del processo la donna, che si è costituita parte civile con l'avvocato Mara Tutone, ha lamentato innumerevoli vessazioni: ingiurie, percosse, lesioni. Nel corso della convivenza l'uomo avrebbe spaccato oggetti personali della donna e più volte l'avrebbe chiusa fuori di casa. Il culmine di questo calvario è stato raggiunto il 2 luglio del 2014 quando la donna sarebbe stata aggredita in casa e minacciata di fronte ai figli: "Ti soffoco con il cuscino". Quella stessa sera la donna approfittò dell'assenza del convicente e scappò di casa con i bambini per andare a denunciare l'accaduto dai carabinieri e per farsi medicare al Pronto Soccorso. Da quel momento la donna non fece più ritorno a casa, ma allo stesso tempo dovette fare ancora i conti con la furia dell'uomo che non si rassegnava. Iniziò così un periodo di telefonate, pedinamenti, appostamenti sotto casa e nelle vicinanze del negozio della donna. Un giorno, violando il divieto di avvicinamento imposto dal tribunale, arrivò perfino a sfondare a calci la porta dello stesso negozio. L'ex convivente riuscì a contattare le forze dell'ordine che quel giorno lo arrestarono. La perizia, illustrata in aula dallo psichiatra Filippo Lombardi, ha escluso qualsiasi tipo di vizio di mente.

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