Piacenza è tra le 25 città italiane a partecipare alla prima edizione della campagna d’informazione “Punto nel Vivo”, con l’obiettivo di far conoscere al pubblico l’esistenza, le caratteristiche e le terapie delle reazioni allergiche da punture di imenotteri. Un “ordine“, quello degli imenotteri,che comprende oltre100.000 specie d’insetti, tra i quali, i più noti e comuni sono le api, le vespe e i calabroni.
“Sono oltre 5 milioni gli italiani che ogni anno vengono punti– dichiara la Dott.ssa Eleonora Savi, Direttrice dell’Unità Operativa Dipartimentale di Allergologia dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto – ma si stima che l’'allergia al veleno di Imenotteri può provocare reazioni localizzate (dal 2,4% al 26%) o severe reazioni sistemiche (dall’1% al 8,9%) di tipo respiratorio e cardiocircolatorio che si possono complicare fino alla morte: circa 10 casi all'anno accertati in Italia. I soggetti più a rischio sono gli anziani e i cardiopatici che assumono farmaci vasodilatatori che riducono la possibilità di recupero in caso di shock anafilattico. Questa allergia non deve però essere sottovalutata dai più giovani, anche loro, se fortemente allergici, possono andare incontro ad uno shock anafilattico”.
L’iniziativa “Punto nel vivo” è promossa dai “25 esperti” che fanno riferimento ai principali Centri Allergologici Specializzati nella diagnosi e terapia dell’allergia al veleno di imenotteri, patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus – Federazione Italiana Pazienti (www.federasmaeallergie.org) e realizzata con il contributo incondizionato di ALK-Abellò (www.alk-abello.it).
Punto nel vivo, flyer e poster in oltre 150 pronto soccorso italiani
Per tutti i mesi estivi verranno diffusi in oltre 150 pronto soccorso italiani materiali informativi sulla allergia al veleno di imenotteri, con l’obiettivo di favorire la conoscenza di un idoneo percorso diagnostico e terapeutico, realizzabile attraverso una stretta collaborazione tra personale del pronto soccorso e specialista allergologo. “Infatti se consideriamo tutte le reazioni allergiche più gravi che arrivano al Pronto Soccorso indipendentemente dalla loro causa – spiega la Dott.ssa Savi – una quota considerevole, che arriva fino al 50%, è causata dal veleno di imenotteri. Per questo da anni nella Ausl di Piacenza esiste una procedura standardizzata e validata che prevede una stretta collaborazione tra UO di Allergologia e i Pronto Soccorso dei quattro presidi ospedalieri Piacenza, Castel San Giovanni, Fiorenzuola e Bobbio affinché tutti i pazienti che afferiscono a questi pronto soccorso con una reazione anafilattica vengano visitati in Allergologia prima della dimissione o comunque entro 48 ore. Questo al fine di iniziare precocemente un percorso diagnostico allergologico e munire il paziente di norme di prevenzione nonché dotarlo di adrenalina pronta all’uso. La collaborazione tra Allergologia e Pronto Soccorso è fondamentale in questo percorso e si implementa periodicamente mediante corsi di Formazione e interfacce operative. I pazienti che vengono curati in Pronto Soccorso non dell’Azienda di Piacenza accedano all’UO di Allergologia mediante una richiesta urgente del medico di famiglia, e verranno visitati entro 7 giorni. Vanno tenuti comportamenti adeguati con questi piccoli insetti, soprattutto, bisogna ricordare che sono le vespe gli imenotteri più aggressivi, mentre le api del miele sono scarsamente aggressive, e di solito vengono punti gli apicoltori quando smielano e quindi le disturbano. I pazienti che hanno avuto una reazione sistemica cioè un’orticaria diffusa a varie parti del corpo dovrebbero essere visti dall’allergologo. Non è utile invece fare test allergometrici preventivi se non si è mai stati punti, il nostro sistema immunitario sviluppa l’allergia al veleno degli imenotteri solamente dopo essere stati punti ripetutamente , non prima”.
Facebook.com/puntonelvivo
La prima pagina Facebook dedicata all’informazionesulle reazioni da punture di imenotteri èuna piazza virtuale dove le persone,con pochi click, potranno trovare informazioni semplici e pratiche per conoscere gli imenotteri, distinguere una reazione normale da una reazione allergica, valutare la sua gravità, comprendere quando è necessario avere a disposizione e come utilizzare l’adrenalina autoiniettabile, presidio salvavita, e conoscere le indicazioni ad eseguire l’immunoterapia allergene specifica (AIT), unica terapia in grado di “curare” questa allergia.
Punture da imenotteri i consigli degli esperti:
1. Se venite punti da un’ape ricordatevi che il pungiglione è seghettato e quindi rimane infisso nella sede della puntura. E’ opportuno estrarlo nel più breve tempo possibile perché questo diminuisce la dose iniettata. Aiutarsi con una punta smussa (anche l’unghia) con un movimento dal basso verso l’alto senza utilizzare pinze o schiacciarlo tra le dita poiché il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare ulteriore veleno. Applicare, quindi, del ghiaccio.
2. Ecco quali sono i fattori che aumentano l’aggressività di api, vespe e calabroni: odori intesi come quelli di un profumo, colori scuri nei vestiti, movimenti bruschi o rumori secchi quando ci ronzano intorno. Ricordatevi inoltre che i giorni ventosi ci mettono più facilmente a contatto con loro perché vengono abbassati i corridoi di volo
3. In caso di reazioni che durano più di 24 ore e con un diametro superiore a 10 centimetri è consigliabile una visita allergologica per stabilire se si è allergici al veleno di imenotteri. Ricordatevi che è importante eseguire le prove allergiche non prima di 3-4 settimane dalla reazione stessa, per evitare false negatività.
4. In caso di shock anafilattico mantenete la calma e allertate immediatamente il pronto soccorso. Se avete con voi l’adrenalina autoiniettabile utilizzatela seguendo le prescrizioni del vostro medico, ricordandovi comunque di allertare il 118 per proseguire effettuare le cure del caso
5. Anche chi sta seguendo l’Immunoterapia Allergene Specifica al veleno di imenotteri deve portare con se l’adrenalina autoiniettabile: sono due presidi che “lavorano” insieme, l’adrenalina in caso di shock mentre l’immunoterapia nel lungo termine per desensibilizzare il paziente allergico nel lungo periodo.