Circonvenzione d'incapace: è l'accusa con cui una 30enne rom di origine romena è stata arrestata dalla Polizia.
Con la complicità del fratello, che è stato a sua volta denunciato e rinviato a giudizio, la donna – residente a Cremona – aveva raggirato un 70enne piacentino con problemi depressivi seguiti alla morte della madre.
Dopo averlo avvicinato in Piazza Cavalli, la 30enne si era finta innamorata di lui e con varie scuse si era fatta via via consegnare 31mila euro. Gliene aveva poi chiesti altri 6mila fingendo di aver bisogno di un trapianto di fegato, ma era perfettamente sana: era anche riuscita a convincere il 70enne che l'intervento andasse pagato facendo parlare al telefono l'anziano con una persona presentata come il medico che avrebbe effettuato l'operazione, che era in realtà il fratello.
Numerosi i prelievi di denaro effettuati dal 70enne, che per far fronte alle richieste della donna (ma, come accertato dalla Polizia, anche di altre persone da identificare), era addirittura arrivato a vendere per 122mila euro la casa della defunta madre. I continui prelievi, eseguiti prima alle Poste e poi in banca, avevano però insospettito gli operatori della banca stessa: da lí sono scattate le indagini e le intercettazioni della Polizia, riassunte dal dirigente della Squadra Mobile Salvatore Blasco, fino all'arresto della donna ed al rinvio a giudizio del fratello. Fondamentale, come sottolineato anche dal vicequestore vicario Maria Elisa Mei e dal capo di gabinetto Stefano Vernelli, la collaborazione di chi – soprattutto in banca – era stato insospettito dalla situazione.