Tornano a Piacenza le Sentinelle in piedi, movimento in difesa della cosiddetta famiglia tradizionale. Un ritorno che coincide con la dicussione in Parlamento di una legge che intende equiparare le unioni omosessuali al matrimonio tra persone di sesso diverso. La critica è durissima. Pubblichiamo la nota integrale delle Sentinelle di Piacenza.
"Nell’indifferenza generale e nel silenzio il Parlamento italiano sta discutendo un disegno di legge che equipara le unioni fra persone dello stesso sesso al matrimonio. Infatti, due uomini o due donne che vivono insieme saranno giuridicamente equiparabili a due coniugi, il che significa che un bambino potrà essere cresciuto da due persone dello stesso sesso, dunque deliberatamente privato del papà o della mamma, grazie all’istituto della Stepchild Adoption, che di fatto normalizza la pratica dell’utero in affitto. È questo lo scenario che si va delineando grazie al DdL Cirinnà, sulle cosiddette “unioni civili”.
Dopo aver realizzato 273 veglie in meno di due anni, portando 40mila persone in piazza, dopo la mobilitazione nazionale dello scorso 5 ottobre, le Sentinelle in Piedi invaderanno silenziosamente 100 piazze italiane, da Roma a Milano, da Trieste a Catania, da Torino a Messina passando per Cagliari, Firenze, Piacenza, in una mobilitazione senza precedenti. Sabato 23 maggio dalle ore 17.00 alle ore 18.00, saremo a Piacenza, in Piazza Cavalli, per testimoniare pubblicamente il nostro no al testo sulle cosiddette “unioni civili”, per ribadire il nostro no ad ogni tentativo di introdurre l’ideologia gender nelle scuole, per rimarcare la pericolosità di un testo, il ddl Scalfarotto, che vuole introdurre il reato di opinione. Ma saremo in piazza soprattutto per dire sì alla famiglia, cellula fondante della nostra società, sì al diritto di ogni bambino a crescere con il suo papà e la sua mamma, sì a una società che non rinneghi, bensì valorizzi la ricchezza di ciascun individuo.
La famiglia è troppo importante per restare a guardare mentre viene distrutta".