“Open Gate” alla centrale di Caorso. Un successo la prima giornata

Un successo la prima giornata di "Open Gate", di porte aperte alla centrale elettronucleare di Caorso. L' iniziativa di Sogin si conclude oggi, 17 maggio, col secondo giorno di visite e già si spera in una prossima replica perchè è stato interessantissimo, per chi non ha mai visto una centrale nucleare, addentrarsi nei meandri di questo gigante, adesso inoffensivo, che da un elemento così piccolo come l' atomo, riusciva a produrre energia.

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Un' energia che, se non controllata a dovere, poteva essere disastrosa come testimoniano gli incidenti a Chernobyl e Fukushima. Proprio il primo, quello ucraino nel 1986, fermò anche "Arturo", come veniva familiarmente chiamato il reattore nucleare caorsano, alla vigilia della sua quarta ricarica di combustibile.

Fino ad allora, a onor del vero, la centrale piacentina aveva svolto egregiamente il suo servizio: un impianto di ultima generazione, con uno dei reattori più potenti in Europa, che aveva dato più di ogni altra centrale nucleare italiana coi suoi oltre 27 miliardi di Kilowatt/ora di energia prodotta.

Chernobyl aveva fatto riflettere l'opinione pubblica sulla sicurezza del nucleare come energia del futuro e il referendum dell' anno successivo ne sancì, in Italia, la definitiva scomparsa.

Oggi la centrale di Caorso è in "decommissioning", in smantellamento, e quanti hanno aderito all' Open gate di Sogin hanno potuto vedere in tutta sicurezza come sta avvenendo il processo che da qui a dieci anni raderà totalmente al suolo ogni impianto esistente per riconsegnare alla popolazione un' area verde, priva di qualunque vincolo radiologico.

L' Ing. Sabrina Romani ha guidato ieri la visita con i giornalisti e in questo video ci spiega cosa vedranno i visitatori

Con l' Amministratore Delegato di Sogin, l' Ing. Riccardo Casale, abbiamo invece parlato oltre che della centrale di Caorso anche del futuro del nucleare in Italia, con la creazione e la gestione, sempre a cura di Sogin, del Deposito Nazionale delle scorie. Inoltre Caorso, con la Radwaste Management School, nuova denominazione della Scuola Italiana di Radioprotezione, giocherà un ruolo importante anche in campo internazionale, per la formazioni di tecnici capaci di gestire la delicata fase di smantellamento degli impianti nucleari.