Open Gate Sogin: porte aperte alla centrale nucleare di Caorso

Non capita tutti i giorni di poter entrare all’ interno di una centrale nucleare, seppure non più attiva, di capirne il funzionamento e i meccanismi sofisticati che hanno permesso la produzione di energia dall’ atomo. Oggi e domani tutto questo sarà possibile perché per la prima volta la centrale nucleare di Caorso apre le porte alla cittadinanza. Sono stati numerosi coloro i quali si sono registrati nei giorni scorsi per prendere parte all’ Open Gate organizzato da Sogin, la società responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani, della gestione dei rifiuti radioattivi e, in futuro, della realizzazione del deposito nazionale delle scorie e del suo esercizio.

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Porte aperte, sabato e domenica, oltre che a Caorso, anche nelle centrali di Garigliano (CE), Latina e Trino Vercellese (VC), altri impianti nucleari in fase di “decommissioning”, cioè di demolizione. L’obiettivo è proprio quello di far conoscere il lavoro che Sogin porta avanti quotidianamente per terminare lo smantellamento degli impianti nucleari, nel rispetto dei criteri di massima sicurezza, e di sensibilizzare sul tema della gestione dei rifiuti radioattivi, dal loro stoccaggio nei depositi temporanei alla sistemazione definitiva nel Deposito Nazionale, la realizzazione del quale consentirà di chiudere il ciclo nucleare nel nostro Paese.

L’evento “Open Gate”, primo del suo genere, conferma, aprendo le porte delle centrali nucleari ai cittadini, l’impegno di Sogin nel garantire informazione, trasparenza e partecipazione. Nelle due giornate le centrali potranno accogliere quasi tremila visitatori: un massimo di 380 persone al giorno a Caorso, Trino e Garigliano, e un massimo di 320 al giorno per la centrale di Latina.

L’iniziativa prevede due differenti percorsi di visita per la centrale di Caorso: "zona controllata" e "zona non controllata". La prima, all'interno di un impianto nucleare è un ambiente di lavoro delimitato il cui accesso, per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, è segnalato e regolamentato da specifiche procedure ed è vietato ai minori, a differenza della zona non controllata alla quale possono accedere anche i bambini da sei anni in su. In ciascuna giornata e per ogni percorso di visita, della durata di circa due ore, sarà possibile prenotarsi per uno fra i diversi turni programmati dalla mattina fino al tardo pomeriggio.

“Visitare l’ex centrale di Caorso non era mai stato possibile – spiega Riccardo Casale, amministratore delegato di Sogin – oggi abbiamo aperto le porte di Arturo e delle altre strutture perché vogliamo rendere nota la qualità del lavoro che Sogin sta eseguendo, i livelli di sicurezza per i lavoratori e per i cittadini. Sogin è divenuta esempio nel campo del decommissioning: basti pensare che a breve avvieremo una scuola per studenti di ingegneria cinesi dove potremo tramandare ciò che noi abbiamo imparato sul campo”.

Il decommissioning iniziò sotto la sindacatura di Fabio Callori: “Vogliamo che il Governo punti un’attenzione particolare su Caorso che tanto ha dato in fatto di nucleare. Oggi ospitiamo la scuola di Radiprotezione, l’unica in Italia e in Europa, una vera eccellenza che vogliamo resti a Caorso. E soprattutto per quanto riguarda il Deposito Nazionale: Caorso non può ospitare la futura struttura perché non è sito idoneo, però il Deposito deve essere costruito per il bene di tutti gli italiani”.

LA CENTRALE NUCLEARE DI CAORSO

Era la più grande e più moderna centrale nucleare del Paese, realizzata negli anni ‘70 da Ansaldo su commissione ENEL. L’ impianto, la cui costruzione costò 300 miliardi di vecchie lire, iniziò nel 1970 per terminare 7 anni dopo ed entrò in funzione nel 1981. La centrale era dotata di un reattore tra i più potenti in Europa per l’epoca (860 MegaWatt) che dai tecnici e dalla popolazione venne soprannominato “Arturo”. Nel corso della sua attività, Arturo produsse 29 miliardi di Kilowatt/ora, diventando la centrale nucleare italiana col più alto rendimento. L’attività della centrale fu arrestata nel 1986, poco dopo l’ incidente di Chernobyl, quando il reattore era in attesa di effettuare la sua quarta ricarica di combustibile. A darle il “colpo di grazia” fu il successivo referendum del 1987 che sancì di fatto la fine del nucleare in Italia. Dal 1999 la centrale di Caorso è passata sotto la proprietà di Sogin, così come tutti i siti nucleari italiani, per le operazioni di decommissioning che, si stima, verranno completate nel 2025 con la restituzione a prato verde dell’ intera area.

Domani su Piacenza24.com uno speciale con video e interviste dalla centrale nucleare di Caorso