Tra le accuse di cui doveva rispondere, c’era anche quella di aver versato ad arte sul pavimento del sapone per dimostrare che era sporco e che quella donna era incapace e andava licenziata. Eppure il giudice Gianandrea Bussi ha valutato che non era vero nulla e ha così assolto con formula piena un dipendente di Equitalia di 42 anni finito alla sbarra per stalking. Una vicenda che scaturì dalla denuncia per atti persecutori nel luglio del 2013 da parte di una donna delle pulizie dell’ufficio di Equitalia di via dei Mille, una piacentina di 50 anni difesa dall’avvocato Giovanni Bongiorni, che lamentava continui soprusi e vessazioni da parte del dipendente. Secondo la pubblica accusa (piemme Michela Versini) l’uomo, che ricopriva incarichi sindacali in Equitalia, avrebbe raccolto lamentele dai colleghi sull’operato della donna e avrebbe iniziato, già dal 2010, a mettere in atto una sorta di mobbing per trovare il modo di metterla alla porta. Azioni finalizzate a screditarla in tutti i modi agli occhi della dirigenza, come appunto quella del sapone. Nel corso del processo, però, non è emerso alcun elemento di prova contro l’uomo che è stato così assolto. “Finalmente in questa vicenda è stata fatta la giusta chiarezza” hanno commentato gli avvocati della difesa Gianmarco Lupi e Paolo Cattadori.