«Dal punto di vista di Pomorete il bilancio è sicuramente positivo. Ogni azienda ha messo in campo le proprie peculiarità. E sono contento anche per l’unità di intenti mostrata da tutte le aziende aderenti alla nostra associazione che sono state o saranno a Expo». Cristian Camisa, presidente di Confapindustria Piacenza traccia il bilancio della settimana a Expo.
«Una delle definizioni più azzeccate – continua Camisa – è che il modello di Rete nato da Confapindustria con Pomorete ha assunto una valenza nazionale, che il comparto agroindustriale del pomodoro ci invidia. Pomiorete è stato il rompighiaccio di Confapindustria a Expo – e un terzo delle aziende in Piazzetta appartengono ala nostra associazione – e noi daremo tutto il supporto possibile agli associati per migliorare e rendere proficua la presenza all’Esposizione».
Intanto, sabato mattina, sono state presentate le ultime due delle 15 aziende di Pomorete: Agrofata e De Santis.
Il titolare di Agrofata Fabrizio Falaguasta, insieme con Stefano Zavattarelli, ha illustrato l’azienda di Sarmato specializzata nella fertirrigazione. Innovazione e sostenibilità sono le parole d’ordine dell’impresa che fornisce mezzi tecnici all’agricoltura e punta alla riduzione del consumo di acqua per l’irrigazione e alla riduzione della chimica nei fertilizzanti. Agrofata, che distribuisce agrofarmaci, sementi e fertilizzanti è specializzata nell’irrigazione e nella sub irrigazione, inserendosi così a pieno titolo nelle tematiche di Expo sul cibo sicuro e la tutela dell’ambiente.
De Santis, invece, è un’impresa della provincia di Salerno, nata negli Anni 30, che si occupa di etichette e imballaggi. Guidata da Luciano De Santis è un’impresa familiare che vede in campo anche Barbara De Santis e Pasquale Terracina. L’azienda fornisce macchine per etichette che vanno in tutto il mondo «e con l’ingresso di un cliente della Nuova Caledonia ora siamo in 60 Paesi di tutti e cinque i continenti» ha affermato Barbara. Battendo i concorrenti, De Santis ha attualizzato una teconologia tradizionale (sistema a rotoloamento) rendedola competitiva dal punto di vista economico e tecnico. «La filiera di Pomorete – ha concluso Barbara – è importante perché ci aiuta sui mercati internazionali, dove offre qualità, sicurezza e tradizione».
Pomorete associa 15 imprese di Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Campania, e ha un fatturato di circa 600 milioni di euro l’anno, con circa tremila dipendenti tra diretti e indiretti. La Rete d’impresa è stata la prima a firmare il protocollo sul cibo san, sicuro e garantito, che la Regione Lombardia fa siglare ai Paesi partecipanti a Expo.